Scontro Grillo-Di Battista, Di Maio “Tutti dalla stessa parte”

Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio a L’Aria che tira è tornato sulla presunta spaccatura interna al Movimento, dello scontro tra Di Battista e Grillo.

Scontro Grillo-Di Battista, Di Maio “Tutti dalla stessa parte” – meteoweek

Il Movimento 5 stelle è attraversato da una profonda spaccatura e ormai è impossibile negarlo. Oggetto della faida in casa pentastellati è stata la richiesta da parte dell’amatissimo Alessandro di un’assemblea costituente: “in cui tutte le anime possano costruire una loro agenda e vedremo chi vincerà”. L’idea nasce dall’idea di ridefinire le linee guida del progetto e capire chi dovrebbe essere la nuova guida spirituale in vista delle elezioni che sembrano meno lontane del previsto. Grillo, però, non ci sta e senza mezzi termini avrebbe risposto: “Dopo i terrapiattisti e i gilet arancioni di Pappalardo pensavo di aver visto tutto… Ma ecco l’assemblea costituente delle anime del Movimento. Ci sono persone che hanno il senso del tempo come nel film Il giorno della marmotta”. Senza spiegare le ragioni del diniego per una richiesta tutto sommato legittima; nonostante frecciatine e prese di posizioni pubbliche c’è chi a questa crepa non vuole proprio rassegnarsi. “Conosco sia Grillo che Alessandro Di Battistadall’inizio della nostra inizio avventura, siamo tutti dalla stessa parte”. Lo ha detto il ministro degli Esteri Luigi Di Maio a L’Aria che tira. Entrambi “hanno solo soltanto energie positive”, ha aggiunto, sottolineando come “mai come in questo momento serve essere uniti e non divisi”. Un messaggio velato ai due? Può darsi.

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Di Maio non vuole arrendersi alla crepa che si è creata nel Movimento? – meteoweek

La necessità di una nuova leadership del M5S, comunque, si intreccia con il ruolo e l’efficacia dell’azione del premier. Tanto più ora che si arricchisce con la suggestione, del peso che avrebbe una investitura al vertice del M5S di Giuseppe Conte. Di Battista non chiude la porta ma indica una condizione: se il premier vuole fare il leader del M5S «si deve iscrivere e candidarsi al congresso». E aggiunge, velenoso: «Dicono che con lui arriveremo al 30%? Vorrei ricordare i sondaggi che facevano su Monti. Siamo diventando una sondaggiocrazia». Di Battista però non lesina critiche e osservazioni pungenti. Si dice «fortemente contrario» alla vendita delle navi all’Egitto e alla permanenza di Claudio Descalzi al vertice dell’Eni. Conferma l’ostilità al rinnovo della concessione autostradale ad Atlantia. Ribadisce il no al Mes e al Ponte sullo Stretto. E affida all’esecutivo un vaticinio pesante: «Quando finirà la cassa integrazione, questo paese sarà peggio del 2012». La crepa nel movimento ormai sembra una voragine tanto che ci si chiede se non sia questo il momento di assistere alla nascita di una nuova scelta politica, come naturale prosecuzione di un rapporto arrivato al capolinea: c’è solo da chiedersi chi sarà stavolta a fare un passo indietro.

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