Covid, calo sulla stagione estiva: 56 milioni di presenze in meno

Secondo Assoturismo ci sarà un calo sui guadagni nella stagione estiva italiana senza precedenti. Con 12,8 milioni di viaggiatori e 56 milioni di pernottamenti in meno rispetto al 2019.

(Photo credit should read ALBERTO PIZZOLI/AFP via Getty Images)

E’ l’estate peggiore dal 1998. Nonostante la ripartenza e la ripresa di moltissime attività, le prenotazioni per la stagione estiva non stanno decollando. Si registreranno 3,2 miliardi di fatturato in meno di cui 52% per le attività alberghiere e il 48% per il comparto alberghiero. Lo studio è stato condotto da CST Firenze per Assoturismo Confesercenti, prendendo a campione un numero di 2118 imprenditori. 43 milioni in meno di turisti provenienti dall’estero che quest’anno non approderanno sul territorio italiano per trascorrere le vacanze. Il crollo è del 43,4% rispetto all’estate 2019. Per quanto riguarda il turismo italiano invece, il calo ci sarà ma non sarà così drammatico: l’11,6% in meno rispetto allo scorso anno.

La distribuzione del turismo in Italia

Il comparto alberghiero sarà quello che ci rimetterà di più, con un calo del 28,7%, mentre l’extralberghiero registrerà un -23,7%. Gli andamenti peggiori del turismo italiano si registreranno nell’area Nord Ovest con una scesa del 32,9% sui pernottamenti. Valori molto negativi anche per il Nord Est (-28,7%) e Centro Italia con la diminuzione del 25,8%. Rilevante ma meno negativo, il turismo al sud e sulle isole che subirà una riduzione del 19,3%. Le località lacustri subiranno un calo del 38,3% mentre quelle termali del 36%. In ordine crescente le località marine subiranno un crollo del 20,9% in meno di presenze, quelle montane del 21,8%, mentre per le città d’arte e affari la flessione sarà del -34,3%. Non sarà facile risollevarsi. L’Italia subirà un duro colpo e la ripartenza sarà lenta e difficile, soprattutto sul piano economico.

 Un’estate al ribasso

Circa 23mila strutture, quest’anno, di cui 3mila solo nel settore alberghiero, non apriranno neppure i battenti. Molte altre tengono duro, ma sono tenute comunque a ridurre la propria disponibilità per far fronte alle nuove disposizioni sanitarie, al fine di evitare assembramenti e favorire il distanziamento sociale. Dopo il crollo della domanda, dovuto ad una sostanziale riduzione degli spostamenti, ecco il crollo dell’offerta. Si calcola una mancata disponibilità di 1,8 milioni di posti letto complessivi.
Anche l’occupazione subirà un crollo importante, con più di 82mila addetti rimasti privi di un lavoro: tra questi, un 66% trovava impiego fisso stagionale al di fuori delle strutture alberghiere, mentre il restante 34% al suo interno.
 “Il calo era atteso, ma se continua cosi’ sara’ il crollo peggiore della storia del nostro turismo”, commenta Vittorio Messina, Presidente nazionale di Assoturismo Confesercenti. “Gli operatori non perdono la speranza, e chi può ha riaperto. I sostegni forniti al settore fino ad ora, però, sono stati inadeguati, sia per le imprese sia per i lavoratori”.

“Serve una svolta – sottolinea Messina- gli Stati Generali, a cui partecipiamo oggi, siano un’occasione per affrontare la crisi. Bisogna intervenire per estendere e rendere meno burocratiche le richieste di cassa integrazione; proponiamo anche zone franche, con fiscalità di vantaggio per imprese e visitatori, per le mete che saranno più colpite dal calo dei flussi stranieri. Dobbiamo anche progettare il rilancio del settore, che vale il 13% del Pil ed è il biglietto da visita del nostro Paese nel mondo. Un rilancio basato sull’innovazione digitale e sulla revisione del tax credit ristrutturazioni, per rendere l’offerta ricettiva italiana più attraente e più in linea con le aspettative dei turisti”. Le nuove esigenze saranno quelle di andare incontro all’offerta e modernizzare la propria struttura ricettiva, dando ampio spazio al digitale per il rilancio economico.

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