Sassoli: “Recovery Fund, non accettiamo passi indietro”

Il presidente del Parlamento europeo parla di proposta ambiziosa che rappresenta una base di partenza. “L’introduzione di nuove risorse proprie è un prerequisito indispensabile per qualsiasi accordo”, dice Sassoli.

david sassoli

David Sassoli continua ad assumere una posizione critica contro chi si oppone all’applicazione del Recovery Fund. Il provvedimento da 750 miliardi di euro – buona parte dei quali a fondo perduto – che l’Unione Europea prevede per i Paesi membri, rischia di arenarsi almeno per qualche giorno. Il tutto con un conseguente ridimensionamento della cifra in essere. Ed è in questo senso che il presidente del Parlamento europeo, intervenendo in apertura della videoconferenza dei capi di Stato e di governo europei, è entrato in tackle. Secondo Sassoli, infatti, questa è un’opportunità da non lasciarsi sfuggire.

“La nostra è una proposta ambiziosa per il rilancio dell’Unione e degli Stati membri – ha dichiarato l’ex giornalista – . Per noi rappresenta la base minima di partenza. Non accetteremo nessun passo indietro”. Dunque il Parlamento europeo appare abbastanza fermo sulla propria posizione, così come lo sono i cosiddetti Paesi “frugali” che al momento non hanno dato il via libera per l’adozione del Recovery Fund. E a proposito della loro posizione, Sassoli sostiene che “intervenire solo con prestiti avrebbe conseguenze asimmetriche sul debito dei singoli Stati membri e sarebbe più costoso per l’Unione nel suo insieme”.

Secondo il presidente del Parlamento europeo è necessario intervenire attraverso lo strumento del Recovery Fund. Anche per dare linfa alle riforme che serviranno per la ripartenza di diversi Stati membri. Dunque è lo stesso Parlamento che spinge per l’approvazione: “Abbiamo ora l’opportunità di rimodellare l’Europa e di renderla più equa, più verde e più lungimirante. A tal fine dobbiamo cogliere al volo questa occasione per introdurre un paniere di nuove risorse proprie. Serve riformare il versante delle entrate di bilancio e, per il Parlamento, l’introduzione di nuove risorse proprie è un prerequisito indispensabile per qualsiasi accordo globale sul Quadro finanziario pluriennale”.

David Sassoli con il nostro premier Conte – meteoweek.com

Dunque non sembrano esserci grossi dubbi sul piano che il Parlamento vuole adottare. “Sul piano di ripresa il parlamento è chiaro, è una buona base di partenza e ci auguriamo che il Consiglio la apprezzi per iniziare una negoziazione. Vogliamo un piano di ripresa e un Qfp che siano la benzina del motore che deve ripartire”. E c’è un altro punto sul quale Sassoli è inamovibile, ovvero il fatto che “non ci sarà accordo senza una chiarezza sulle risorse proprie”. Anche perchè l’eventualità che le future generazioni rischino l’indebitamento per via delle manovre previste, induce l’Ue a muoversi in maniera rapida.

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Per questo motivo Sassoli parla di due livelli di intervento: “Dobbiamo ripagare il loro indebitamento offrendo lavoro e benessere e quindi sviluppo e dall’altra parte consentire all’Ue di non intervenire nei trasferimenti degli stati membri ma di avere delle risorse per autofinanziarsi”. Per quanto riguarda le risorse proprie, il presidente del Parlamento fa capire che “sappiamo che sarà necessario un atto legislativo e noi ci auguriamo che venga annunciato presto”. E ribadisce anche la “necessità di essere attenti alle influenze e alle ingerenze esterne che sono di diversa natura”. Per questo chiama l’Europa a essere vigile, in quanto più fragile di prima.

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