Il Partito Democratico pensa al Quirinale: la strategia per il 2021

Tra un anno e mezzo si voterà per la successione di Mattarella. Il Partito Democratico punta alla continuità politica del ruolo di capo dello Stato. L’obiettivo è evitare quanto è successo nel 2006.

zingaretti partito democratico

In attesa di capire quale sarà il futuro di questo Governo, comincia a bollire qualcos’altro nel pentolone della politica italiana. Manca infatti circa un anno e mezzo prima che a Montecitorio si torni alle urne per eleggere il nuovo presidente della Repubblica. Tra una manciata di mesi scadrà il mandato di Sergio Mattarella e i partiti iniziano a muoversi per capire come potrebbero andare le cose, da qui al giorno in cui si andrà alle urne. Tra questi c’è anche il Partito Democratico, che sembra essersi già lanciato nella preparazione di un piano per puntare su un candidato valido.

Era già successo alcuni anni fa, quando il Partito Democratico era retto da Matteo Renzi e stava per scadere il mandato di Giorgio Napolitano. Come si legge sul Corriere della Sera, proprio un dialogo tra il politico toscano e l’allora capo dello Stato portò alla luce il nome di Sergio Mattarella. L’obiettivo del partito guidato da Nicola Zingaretti è quello di mantenere una linea di continuità politica con quanto si è visto durante il mandato del diplomatico palermitano. Al tempo stesso, il Pd vorrebbe evitare un bis di quanto è accaduto nel 2006, con Romano Prodi come protagonista.

L’ex presidente del Consiglio vide sfumare la sua candidatura al Quirinale per un centinaio di voti. Si potrebbe parlare di “carica dei 101”, il cui principale accusato fu proprio Matteo Renzi. Ma l’ex segretario del Partito Democratico, ora a capo di Italia Viva, si difende: “Dei miei, allora, gli unici a non votare Prodi furono Nardella e Richetti”. L’ex premier ha fatto capire che, l’anno prossimo come 14 anni fa, potrebbero esserci dei colpi di scena: “Anche stavolta l’elezione del capo dello Stato potrebbe sfuggire di mano. Perché rispetto al passato mancherà un regista che guidi l’operazione”.

Sergio Mattarella lascerà alla fine del prossimo anno – meteoweek.com

Da tenere in considerazione anche una frase pronunciata da Dario Franceschini, secondo il quale “chi parte troppo presto arriva troppo tardi”. Si potrebbe già iniziare a fare una conta dei papabili candidati alla presidenza della Repubblica, anche se il gruppo è per il momento troppo folto. E viste le tante incognite nel mazzo, non si esclude una serie di votazioni a vuoto prima di far scremare il suddetto gruppo e arrivare al reale novero dei candidati. Una vera e propria lotteria in cui entrano in gioco diverse correnti: da quella pentastellata ai fedelissimi di Di Maio, passando persino per Salvini e Berlusconi.

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In ogni caso, il Partito Democratico questa volta non vuole farsi cogliere impreparato. Anche perchè nel frattempo non mancano i movimenti in seno alle altre forze politiche, stando almeno ai rumors che circolano da qualche giorno. Come l’endorsement che Mario Monti ha fatto nei confronti di Fratelli d’Italia e che ha tutte le sembianze di una ricerca di consensi, con il Quirinale all’orizzonte. Anche altri ex premier come Massimo D’Alema e lo stesso Prodi vengono accostati alla candidatura, nonostante il politico emiliano abbia spesso negato. Insomma, con largo anticipo si è già aperta la corsa alla successione di Mattarella.

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