Senato a rischio: estate di fuoco per Conte

Senato a rischio: estate di fuoco per Conte. Votazione più a rischio quella sul pacchetto di aiuti europei incluso il Mes

Senato a rischio: estate di fuoco per Conte
Senato a rischio: estate di fuoco per Conte

Sono molte le votazioni a rischio in un’estate che per Conte potrebbe rivelarsi davvero di fuoco. Facendo i primi conti al Senato, per votare all’election day del 20 settembre 2020 con le regionali sarebbe necessario sciogliere le Camere entro il prossimo 20 luglio. Ma l’Aula a Palazzo Madama non sarà attiva la settimana prossima e la settimana seguente potrebbe davvero essere tardi. Attualmente nessuno intende far cadere il governo per andare alle elezioni, tuttavia la strada è piuttosto tortuosa già da metà luglio, quando si terrà il voto sul nuovo scostamento di bilancio da 20 miliardi e che richiede una maggioranza di 161 eletti. E questa volta non è detto che il centrodestra sia d’aiuto, come ha spiegato anche Brunetta di FI:”Se il governo continua a tirare dritto senza ascoltarci, non lo voteremo“.

Ma la votazione più a rischio è quella sul pacchetto di aiuti europei che include il Mes, proprio alla vigilia del Consiglio europeo che si terrà il 17-18 luglio per chiudere l’intesa sul Recovery Fund. E qui per Conte cominceranno i primi problemi perché per il premier sarà dura evitare il voto. E non aiutano di certo le recenti fuoriuscite come quella di Alessandra Riccardi passata alla Lega di Salvini (e l’ex ministro dell’Interno prevede altre fuoriuscite). Una situazione che di certo non fa stare tranquilla la maggioranza e neppure il presidente del Consiglio. Ecco perché si starebbe studiando una soluzione di maggioranza per il Recovery Fund rinviando il problema Mes a settembre.

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Nel frattempo la cancelliera tedesca Merkel punzecchia il nostro Paese affinché attivi la linea di credito del Fondo Salva Stati:”Non abbiamo creato questi strumenti per lasciarli inutilizzati“. Pronta la risposta del premier:”Sul Mes non è cambiato nulla. Rispetto l’opinione di Merkel, ma a far di conto per l’Italia è il sottoscritto con il ministro Gualtieri, il Ragioniere dello Stato e tutti i ministri“.

Secondo i primi sondaggi del Pd ci sarebbero almeno 7 senatori pentastellati non intenzionati a votare il pacchetto di aiuti Ue se vi sarà compreso il Mes. Dato che attualmente la maggioranza si tiene in piedi con 6 voti il sostegno di Forza Italia potrebbe essere decisivo. E proprio in questi giorni, il Pd avrebbe avviato contatti con Fi e M5s per sondare se fosse possibile far entrare in maggioranza gli azzurri. Ipotesi tramontata subito per il no del Movimento. 

Ma anche Forza Italia non si sentirebbe pronta a un simile strappo con Lega e Fdi. Sarà dunque in autunno che si comprenderà quale sarà la sorte del governo e di Conte. E sarà a settembre che sarà più chiara la situazione della crisi post Coronavirus e della rabbia sociale di cui parla spesso il segretario dem Nicola Zingaretti. Anche Matteo Renzi avverte:”Un governo che vuole governare deve avere una rotta. Un governo che procede un po’ di qua e un po’ dilà è un governo che una rotta non ce l’ha. E quando manca la rottale navigazioni diventano pericolose“. Un avvertimento che giunge dopo l’ennesima inconcludente riunione tra Conte e capidelegazione. Il decreto semplificazioni, promesso dal premier per questa settimana dovrebbe invece arrivare verso metà luglio poiché il testo è ancora da completare. Ieri non si è più tenuto l’incontro su Autostrade e sono diverse le questioni ancora in sospeso. Tra queste il piano rilancio, ancora da scrivere e vi sono scontri sul taglio dell’Iva e sugli ammortizzatori sociali che dovrebbero essere inseriti nel nuovo decreto luglio. Per questo procedimento servirebbe l’autorizzazione a un nuovo deficit di 20 miliardi. E infine le tensioni sulle nomine, a partire da quelle in Consip.

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