Berlusconi, una sentenza pilotata? Nuovi audio scagionano il Cav

Non era solo il giudice Amedeo Franco quando venne registrato mentre con Silvio Berlusconi “si sgravava la coscienza” sulla sentenza “porcheria”.

berlusconi scagionato da nuovi audio sulla sentenza mediaset per frode

Un altro scoop è in arrivo, questa sera su Rete 4 nella trasmissione Quarta Repubblica che scagiona Silvio Berlusconi sulla presunta sentenza pilotata Mediaset: “mostreremo tre documenti inediti regolarmente raccolti dalla difesa e consegnate alla Corte di Strasburgo”, spiega Nicola Porro. Questa volta le rivelazioni riguardano direttamente Antonio Esposito, il presidente del collegio di Cassazione che nel 2013 condannò il Cavaliere in via definitiva.

A testimoniare tre lavoratori dell’hotel in cui, dal 2007 al 2010, Esposito soggiornò più volte. “I tre, prosegue Porro, lo chef, il cameriere e l’addetto spiaggia, in tempi non sospetti, riferiscono che il magistrato definiva Berlusconi una chiavica“. Ma c’è di più perché uno di questi riporta una frase di Esposito che riferisce: “Se mi capita, gli devo fare un mazzo così a Berlusconi”. Riaffiora dunque il presunto pregiudizio contro il Cavaliere, al  tempo in epoca non sospetta.

Ad ascoltare Franco riferire della sua impressione che la vicenda “fosse guidata dall’alto”, c’erano altri testimoni, tra cui un magistrato. Il particolare, non ancora emerso, allunga altre ombre sulla vicenda contenuta nelle carte consegnate dalla difesa di Berlusconi alla Corte europea dei diritti dell’uomo, nell’ultima delle istanze presentate per chiedere la fissazione dell’udienza di quel ricorso sul quale il Cavaliere puntava per avere una revisione del processo e una riabilitazione politica dopo la condanna ai servizi sociali. Ed è proprio questa la carta, finora segreta, che la difesa di Berlusconi, gli avvocati Niccolò Ghedini e Franco Coppi, vorrebbero giocare nella partita giudiziaria a Strasburgo.

La toga misteriosa che avrebbe assistito al colloquio, sarebbe pronta a confermare il contenuto e le circostanze di quell’incontro tra Berlusconi e Franco, quest’ultimo attualmente deceduto. Ma perché aspettare la morte del protagonista e continuare a tacere di quel colloquio anche successivamente? Dalla difesa di Berlusconi si sostiene che fu una scelta del Cavaliere, non voler rendere pubblico subito quell’audio.

 

Impostazioni privacy