Chico Forti e l’incubo di tutti noi: condannato ingiustamente all’ergastolo

Immagina di essere, un giorno, di colpo, privato della tua libertà, di essere incarcerato e poi processato. Chiedi uno sforzo alla tua fantasia e vola in un’aula di tribunale dove non ti viene permesso di deporre e, nonostante le prove a tuo carico siano inconsistenti, tu venga condannato all’ergastolo.

Lontano da casa tua, dalla tua famiglia, con una figlia che ancora non ha imparato a pronunciare il tuo nome. Questo è quello che è successo 20 anni fa a Enrico Forti. Chico oggi ha 60 anni ed è detenuto in un carcere americano, dove è stato intervistato da Le Iene e la sua storia ha fatto il giro del mondo. Stasera su Italia 1 c’è uno speciale sulla sua vita e sulla sua tragica vicenda giudiziaria.

Enrico Forti: biografia e processo

Enrico Forti: chi è e perché è stato arrestato?

Enrico Forti è stato per anni un velista e produttore televisivo, celebre per aver partecipato a numerose competizioni sportive internazionali, finché, a seguito di un incidente stradale ha dovuto abbandonare la carriera agonistica. Con fatica ha ripreso in mano la sua vita, diventando commentatore sportivo e, più tardi, imprenditore immobiliare.

Proprio in questo contesto conosce Anthony Pike, che si presenta come proprietario di un omonimo albergo sull’isola di Ibiza, in Spagna. Chico vuole comprare l’albergo, Pike in quel periodo si trova in estreme difficoltà finanziarie e accetta. Alla trattativa partecipa anche Knott, contatto tra Pike e Forti, conosciuto (e condannato in Germania) per truffe miliardarie, sparito durante un periodo di libertà vigilata e riapparso a Miami. Inizia così, una finta trattativa per la vendita del Pike (finta perché poi si scoprirà che l’albergo era già stato venduto), che viene in parte affidata Dale, figlio di Anthony, in fuga dalla Malesia per motivi imprecisati e anche lui in cerca di denaro.

Il 15 febbraio Chico e Dale si incontrano in aeroporto e per la prima volta si conoscono, stabiliscono, poi, una data per un incontro ufficiale con il padre Anthony Pike per sbrigare tutte le pratiche per la vendita. Dale si fa lasciare, poi, al parcheggio di un ristorante a Key Biscayne, dove amici di Knott lo stavano attendendo. Enrico e Dale passano insieme mezzora. Il giorno 16 febbraio un surfista ritrova il cadavere di Dale Pike in un boschetto a poca distanza da dove era stato lasciato. Qualcuno lo aveva giustiziato con due colpi di pistola calibro 22 alla nuca e poi denudato completamente. Chico viene immediatamente indagato e successivamente identificato come mandante dell’omicidio. Si è sempre dichiarato innocente.

L’omicidio di Dale Pike: le prove a carico di Chico Forti

Se è innocente, come si è giunti ad una condanna? Facciamo un passo indietro: Chico scopre della morte di Dale una settimana dopo l’omicidio e terrorizzato dalla situazione mente alla polizia negando di averlo incontrato in aeroporto. L’interrogatorio è registrato senza essere coperto dai Diritti Miranda, benché fosse l’unico indiziato. Il giorno dopo, però, torna in dipartimento per portare i documenti relativi alla compravendita dell’hotel e per spiegare i suoi rapporti con Tony Pike. Ritratta la prima versione raccontando la verità, ma ormai è troppo tardi. Gli viene negata l’assistenza di un avvocato e viene sottoposto a 15 ore di interrogatorio a seguito del quale intravede l’albergatore Anthony Pike nella stanza vicina e capisce di essere caduto in una trappola. Granelli di sabbia vengono trovati sulle sue scarpe ma è impossibile stabilire se siano di quella o di qualsiasi altra spiaggia di Miami. Il processo sembra una farsa: mancano le prove, manca un movente ma dopo poche ora di consiglio la decisione è definitiva: “La Corte non ha le prove che lei Sig.Forti abbia premuto materialmente il grilletto, ma ho la sensazione, al di là di ogni dubbio, che lei sia stato l’istigatore del delitto. I suoi complici non sono stati trovati ma lo saranno un giorno e seguiranno il suo destino. Portate quest’uomo al penitenziario di Stato. Lo condanno all’ergastolo senza condizionale”. In un attimo l’incubo diventa realtà: la sentenza è definitiva, per lo Stato Chico non uscirà mai dal carcere.

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