Coronavirus, in India contagi record: ora terzo Paese per numero casi

Arrivano quasi a 700mila i contagi da coronavirus in India, che supera così la Russia (con 680.283) contagi. Restano ai primi due posti rispettivamente Stati Uniti e Brasile. E’ questo il bilancio della Johns Hopkins University.

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(Foto di Yawar Nazir, da Getty Images)

Peggiora sempre più l’emergenza coronavirus in India che con i suoi 697.413 contagi confermati supera anche la Russia che si attesta ai 680.283 positivi. L’India diventa ora il terzo Paese al mondo con maggior numero di infetti da coronavirus, dopo Stati Uniti e Brasile. E’ quanto emerso dalle stime presentate dalla Johns Hopkins University. Per quanto riguarda le vittime ufficialmente registrate, al momento in India si attesta una stima intorno ai 19.690. In Russia sarebbero invece 10.145. In cima alla lista dei Paesi più colpiti ancora Stati Uniti e Brasile, anche sul versante decessi, rispettivamente con 129.947 e 64.867 morti. La situazione in India è tanto più grave quanto più si guarda alla mappa dei contagi, che sembra concentrarsi nelle principali città indiane di Bombay, Delhi e Chennai. Proprio per questo, nella capitale indiana è stato di recente inaugurato un imponente centro di isolamento: circa 10.000 posti letto a disposizione, in una sala abitualmente dedicata alle riunioni religiose.

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(Foto di Yawar Nazir, da Getty Images)

La struttura, ampia ma attrezzata in vario modo (alcuni letti sono in cartone), è grande quasi come 20 campi da calcio. Il suo scopo sarà accogliere i casi asintomatici o lievemente sintomatici. Intanto si intensificano le preoccupazioni dei funzionari del Governo statale che temono, per Delhi, il raggiungimento di mezzo milione di casi entro la fine del mese. Ed è proprio a causa di un esponenziale aumento dei contagi che è stata rinviata l’apertura del Taj Mahal, chiuso dal 17 marzo. La riapertura sarebbe stata un ulteriore traguardo da raggiungere, per un’India uscita dal lockdown il primo giugno attraverso una graduale ripresa delle attività. Così la fase 2 della riapertura, iniziata in India il primo luglio, riscontra già i primi rallentamenti. Qualche giorno fa, infatti, si è dato il via al progressivo ampliamento dei voli interni e dei collegamenti ferroviari, allentando le strette sulla mobilità all’interno del Paese. Restano chiusi fino al 15 luglio, invece, i voli internazionali. Salvo ulteriori modifiche che, stando all’indice dei contagi, potrebbero arrivare. Hanno già cambiato idea, infatti, le autorità di Agra, nell’Uttar Pradesh, sito del celebre monumento Taj Mahal. L’opera architettonica fa parte delle sette meraviglie del mondo, inserito nel 1983 dall’Unesco nella lista del Patrimonio dell’umanità. Così, il monumento che prima della pandemia raggiungeva picchi di 8 milioni di visitatori all’anno, dovrà aspettare, in attesa che la situazione in India ritorni sotto controllo.

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