Popolazione mondiale in calo entro il 2100. L’Italia dimezzerà i suoi abitanti

Uno studio pubblicato sul The Lancet dimostra come la popolazione del mondo sia destinata a crollare entro il 2100. L’Italia dimezzerà i suoi abitanti.

Mondo - Meteoweek.comLa popolazione mondiale presto calerà drasticamente. Questo il dato che emerge dallo studio pubblicato su The Lancet, rivista specializzata in ambito scientifico. La proiezione si è basata sui dati del Global Burden of Disease Study del 2017 per tentare di prevedere l’andamento della popolazione mondiale tra ottant’anni. Secondo l’analisi offerta dagli studiosi, gli attuali 7,7 abitanti di questo pianeta diventeranno 9,7 miliardi intorno al 2064, per poi cominciare a calare velocemente. Così The Lancet prevede che nel 2100 le persone nel mondo saranno 8,8 miliardi con 23 paesi, tra cui l’Italia, che dimezzeranno la loro popolazione.

E in effetti i dati Istat del nostro paese sembrano confermare la tendenza individuata dagli studiosi di The Lancet. In Italia ogni donna partorisce in media 1,2 bambini. Il dato è molto al di sotto della soglia di 2,1, sopra la quale gli esperti credono di possa mantenere un aumento costante della popolazione.

Breve storia demografica dell’Italia

L’Italia è già arrivata al giro di boa nel 2014, quando la popolazione nel Belpaese ha raggiunto quota 61 milioni. Da quel momento i dati sono in calo, tanto che, sempre secondo lo studio pubblicato su The Lancet, nel 2100 la popolazione italiana dovrebbe attestarsi intorno ai 30,5 milioni. In circa ottant’anni da ora dunque l’Italia potrebbe vedersi dimezzata nel numero di persone che la abitano.
Lo stesso destino aspetta la Spagna: da 46 milioni nel 2017, il paese iberico passerà a 23 milioni di abitanti intorno al 2100. Inoltre lo studio segnala la Polonia come uno stato poco virtuoso dal punto di vista delle nascite, con un tasso di fecondità di appena 1,17.

La proiezione prevede anche grossi cambiamenti nella media d’età della popolazione mondiale. Gli over 80 supereranno gli under 5 con un rapporto 2 a 1, mentre gli over 65 saranno circa 2,37 miliardi a fronte di 1,7 miliardi di under 20. Una popolazione sempre più vecchia dunque, che non fa ben sperare per una ripresa futura della crescita demografica.

Cala la popolazione, cala la ricchezza

Questo impressionante calo demografico sarà collegato a dei risvolti economici negativi. Gli esperti stimano infatti che sia l’Italia che la Spagna scenderanno di diverse posizioni nella classifica dei Pesi per Pil: da nona a 25esima l’Italia, da 13esima a 28esima la Spagna. Bene invece Inghilterra, Germania e Francia, che manterranno la loro posizione tra i primi 10 paesi in classifica. E non è un caso, visto che la popolazione in questi tre Stati è in crescita e continuerà ad esserlo anche nel 2100. Oltre a Spagna ed Italia dimezzeranno la loro popolazione anche la Cina, la Thailandia, l’India e il Giappone, mentre in Portogallo tra ottant’anni potrebbero registrarsi appena 5 milioni di persone.

La situazione in Africa

Non diversa la situazione nei paesi in via di sviluppo. Si stima che in Africa, dove si registra la più alta fertilità, le donne cominceranno a partorire meno bambini entro il 2100. Da tassi di fertilità elevatissimi del 2017 (4,6 in media) l’Africa vedrà un calo drastico dei nuovi nati: addirittura si prevede che il Niger passerà da 7 bambini per donna ad appena 1,8 nel 2100. Questo però non impedirà alla popolazione africana di triplicare nel corso dei prossimi ottant’anni. Come è possibile? Per capirlo bisogna considerare tutta una serie di fattori, tra cui anche l’abbassamento della mortalità.

Le possibili soluzioni

Ma un paese che è destinato ad un drammatico crollo della sua popolazione, cosa può fare per salvarsi da questo trend? Gli studiosi del The Lancet propongono l’avvio di politiche di immigrazione liberali che, come si legge nell’articolo, “potrebbero aiutare a mantenere la dimensione della popolazione e la crescita economica anche se diminuisce la fertilità”.

Il direttore della ricerca pubblicata su The Lancet, Christopher Murray, afferma che “questo studio offre ai governi di tutti i Pesi l’opportunità di ripensare alle loro politiche sull’immigrazione, forza lavoro e sviluppo economico per affrontare le sfide poste dal cambiamento demografico”. Attenzione però: gli autori dello studio sottolineano come sia necessario non attuare misure costrittive per far aumentare a forza la fertilità delle donne. Inoltre va tenuto conto che i dati riportati della proiezione si basano su stime attendibili, ma che possono facilmente variare nel corso del tempo. Certo però, il calo demografico previsto è indicativo e va trattato come una priorità politica e sociale in molti paesi del mondo.

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