Palermo, le bare galleggiano sull’acqua: si dimette assessore

L’alluvione che si è abbattuto su Palermo ha evidenziato tutte le criticità di una città in difficoltà: a partire dalla gestione del cimitero.

Uno scandalo che ieri è costato la poltrona all’assessore al Bilancio: stiamo parlando dell’assurda storia dell’ospedale di Santa Maria dei Rotoli e delle 500 bare che giacciono abbandonate, in attesa di essere sepolte. Roberto D’Agostino, questo il nome dell’assessore dimissionario, era in discussione da giorni: il sindaco di Palermo Leoluca Orlando, ormai spazientito, chiedeva a gran voce una soluzione rapida dello “scandalo del camposanto”. Ieri sera l’assessore ha deciso di mollare, a pochi giorni di distanza dal collega Adham Darwasha, delega alle Culture, che aveva lasciato la giunta pochi giorni fa. Troppo pesante la situazione del cimitero dei Rotoli dove la montagna di bare attende di essere sepolte per mancanza di spazio, un cimitero dove il forno crematorio è spesso rotto, e le famiglie sono costrette a pagare alle ditte dei servizi funebri il trasporto dei defunti fino all’impianto in Calabria. Un cimitero che nega ai cittadini il diritto a una sepoltura rapida e dignitosa.

Una storia che va avanti da anni, e che è stata rilanciata da una recente inchiesta giornalistica de La Stampa che ha messo alle strette il Comune. Sabato scorso l’assessore D’Agostino aveva addirittura indetto una conferenza stampa promettendo di chiudere l’emergenza entro settembre: “Obiettivo bare zero”. “Trecento salme in meno entro i primi di agosto, con 156 nicchie individuate e già liberabili, cioè con salme di età superiore ai trent’ anni, in cui contiamo di spostare altrettante salme presenti in deposito nel più breve tempo possibile” spiegava solo qualche giorno fa D’Agostino. “L’amministrazione conta poi di liberare ulteriori nicchie, grazie a un provvedimento emergenziale del sindaco, già predisposto, che consentirà di anticipare il termine dei trent’anni. Il provvedimento verrà a breve sottoposto al vaglio del consiglio comunale, grazie al quale speriamo di liberare diverse centinaia di altri posti. Contiamo poi di liberare le restanti duecento salme in giacenza entro i primi di settembre e riteniamo che per quella data l’emergenza dovrebbe essere considerata del tutto rientrata”. Un impegno di enorme portata, che però sembrava non spaventare D’Agostino: a convincerlo a cedere, oltre la tensione alle stelle dovuta alla tragedia dell’alluvione, anche le parole del sindaco:  “Se alle date indicate da D’Agostino il problema non sarà risolto, probabilmente ci sarà un altro assessore”. A quel punto, le dimissioni. Con, a margine, un commento abbastanza gelido di Leoluca Orlando:  “Prendo atto che l’assessore D’Agostino, cui avevo chiesto una verifica quotidiana sul piano di uscita dall’emergenza del cimitero non ha ritenuto di poter raggiungere i risultati che lui stesso si era prefisso e aveva annunciato. Terrò per il momento per me le relative deleghe”.

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