Ponte di Genova, l’inaugurazione e il pensiero alle 43 vittime

I momenti salienti dell’inaugurazione del nuovo Ponte di Genova. Dal taglio del nastro al volo delle frecce tricolore. Il tutto bagnato da una pioggia che sa quasi di benedizione, a lavare via il dolore.

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Una giornata che difficilmente Genova e i genovesi cancelleranno dalla propria memoria. Con quel momento più alto, quello delle 19.14, in cui il taglio del nastro ha forse sancito anche un altro taglio. Quello con il passato, con le immagini del crollo, con le 43 vite innocenti che se sono andate via con il cemento e l’asfalto di un’infrastruttura che ora è stata cancellata. Il nuovo Ponte di Genova ha visto la luce nel tardo pomeriggio di ieri, due anni dopo la sciagura del crollo e circa un anno e mezzo dopo l’inizio dei lavori. E la giornata di ieri è stata la più attesa e senza dubbio la più bella di questi ultimi due anni.

Dal punto di vista della simbologia e delle immagini, bisognerebbe partire da quell’arcobaleno disegnato sul cielo che sovrasta il capoluogo ligure. Un disegno ben preciso che fa da contorno a un altro disegno, quello che Renzo Piano ha messo sul foglio per dare vita al nuovo Ponte di Genova. E questi 1.067 di acciaio e asfalto rivivono proprio sulla base del lavoro del noto architetto, oltre a quello degli oltre mille lavoratori che hanno dato il massimo per questa opera. E sono tanti i simboli che tutti si porteranno nel cuore, dopo questa giornata tanto attesa.

Da Creuza de Ma di Fabrizio De Andrè, che risuona per dare un senso di appartenenza e di legame con la città. Dalla visione degli scorci più caratteristici di una Genova ferita ma capace di ripartire e tornare a vivere, con grande grinta e dignità. E la presenza di tutte le maestranze che hanno dato il loro apporto – anche il più piccolo – simboleggia il grande lavoro svolto in questi mesi. E nell’ambito della simbologia, non può non trovare posto la scelta di allestire e innalzare i 43 lampioni a illuminare il nuovo ponte di Genova. Un lampione per ogni vittima, la scelta di far sì che siano proprio le persone scomparse a dare luce ai viaggiatori del futuro.

Il volo delle Frecce Tricolori – meteoweek.com

Una cerimonia che, per quanta importanza ci fosse alla sua base, non è mai trascesa in facili trionfalismi. Il tutto è stato condotto all’insegna della sobrietà. Non c’è niente da festeggiare, non c’è niente da celebrare, c’è solo da rimarcare l’importanza di un’opera costruita sulle macerie di una crollata due anni fa. Ed è per questo che l’umore è quello solenne, come per ogni inaugurazione, ma senza troppa voglia di festeggiare. Perchè da festeggiare, ovviamente, c’è davvero poco se non niente. Chi c’è lo sa, e infatti non si lascia andare.

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Ma se c’è un altro simbolo piuttosto forte, di questo 3 agosto 2020, è senza dubbio la pioggia. Pioveva alla vigilia di Ferragosto di due anni fa, quando Genova fu squarciata dal crollo del Morandi. E ha piovuto durante il giorno in cui il nuovo Ponte di Genova ha preso vita, alla presenza delle più alte cariche dello Stato. Una pioggia stavolta benedetta, che ha forse dato la possibilità di lavare via ancor più facilmente il dolore e la rabbia di una città e di una nazione intera. Così, con questa benedizione arrivata dal cielo, Genova può finalmente ripartire con il suo ponte.

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