Tasse, in arrivo 9 milioni di cartelle. Rispunta la pace fiscale?

Il 15 ottobre è il giorno entro il quale il Governo dovrà fare qualcosa in tema fiscale. Se nulla cambierà, dal giorno successivo verrà richiesto di pagare le tasse sospese durante il lockdown.

tasse

Il Governo lavora in maniera intensa per completare i lavori entro il mese di settembre. Come detto anche nei giorni scorsi, il mese che inizierà la prossima settimana sarà cruciale sotto tanti aspetti. Tra questi, uno dei più bollenti riguarda soprattutto la gestione delle tasse e dell’intero sistema fiscale. In questo senso, la data del 15 ottobre è quella decisiva per capire quale sarà il destino delle cartelle esattoriali, che restano ferme da mesi. Anche perchè, visti i provvedimenti presi durante il lockdown, il Governo ha temporaneamente bloccato il pagamento delle tasse.

Non solo per i privati cittadini, ma anche per le piccole e medie imprese che hanno goduto di una serie di agevolazioni. In ogni caso, tornando alla data del 15 ottobre, questa sarà la giornata entro la quale il Governo dovrà completare l’iter necessario per non far partire il pagamento delle tasse. Entro metà ottobre, infatti, scadrà il termine per inviare la nuova legge di Bilancio per il 2021 agli uffici di Bruxelles. Al tempo stesso, verrà allegato anche il “metodo italiano” per investire il denaro ricevuto dall’Unione Europea in merito al Recovery Plan.

Ma al tempo stesso, il 15 ottobre è anche il giorno in cui scadrà la moratoria sulle cartelle esattoriali, decisa dal Governo proprio durante il lockdown. Nel caso in cui nulla dovesse muoversi in tal senso, ci saranno nove milioni di lettere e Pec pronte a partire verso i destinatari previsti. In questo senso, l’esecutivo sta lavorando su una serie di opzioni per alleggerire la situazione delle tasse per gli italiani. Finchè non è emersa un’ipotesi che inizialmente era stata accantonata, ma che nelle ultime ore è tornata in voga: la pace fiscale.

Il ministro Gualtieri è al lavoro – meteoweek.com

Il provvedimento riguarderebbe la rottamazione delle cartelle esattoriali del 2019 e del 2020. In questo momento, sarebbe questa la soluzione più logica, visto il periodo di crisi economica in cui versa il Paese nel suo complesso, ma anche e soprattutto la classe della piccola e media impresa. E poi c’è una riforma fiscale che consentirebbe di far decadere una serie di provvedimenti e di tasse che sarebbero remunerativi per le casse dello Stato (circa mille miliardi), ma che sono ormai inesigibili. Ma non c’è solo la pace fiscale alla base dei lavori dell’attuale esecutivo.

Si lavora anche sulla ricostituzione del sistema dell’Irpef, con la riduzione dalle attuali cinque aliquote alle future tre. Si lavorerà sulla base del “modello tedesco” che consentirà un sistema più snello nelle agevolazioni fiscali e si correggeranno alcuni dettagli del bonus da 80 euro in busta paga. E qui torna in vetta la figura di Roberto Gualtieri. Il ministro dell’economia ha un piano ben chiaro: ridurre le tasse al ceto medio per ridisegnare il quadro fiscale. Da qui la decisione di cancellare le due aliquote per rivistare il sistema delle classi impositive.

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Un altro passaggio è quello relativo alla riduzione del cuneo fiscale sugli stipendi dei lavoratori dipendenti. Un passaggio che prevede uno stanziamento di tre miliardi per il 2020. A beneficiarne ci sarà una fetta ben più grande di lavoratori, dagli attuali 11,7 milioni ai futuri 16 di dipendenti pubblici. Anche perchè c’è un elemento che verrà ridisegnato, ovvero l’innalzamento dell’aliquota dei lavoratori in base alla loro fascia di reddito. Un passo fondamentale, così come tutti gli altri sui quali si sta lavorando per agevolare gli italiani sul piano fiscale.

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