Lavoro: bonus assunzioni, sconto al 100% per i giovani e 50% sui contratti stabili

Sul tavolo del governo sono in discussione diverse riforme e bonus atti ad incentivare l’occupazione. L’asse Iv-Pd spinge per rendere i contratti a termine meno rigidi modificando il decreto Dignità.

Lavoro bonus e riforme
foto di repertorio (via web) – lavoro, bonus e riforme

Bonus assunzioni, sconto al 50% sui contratti stabili e del 100% per i giovani: queste sarebbero le idee per rilanciare il lavoro che ha in mente di attuare il governo. Ma, come spiegato da Il Sole 24 Ore, il condizionale risulta ancora d’obbligo, dato che i tecnici dei ministeri del Lavoro e dell’Economia sono alle prese con le prime simulazioni e il nodo dei costi.

Come ha spiegato ai giornalisti la sottosegretaria al Lavoro, Francesca Puglisi, l’obiettivo dell’esecutivo è chiaro: “far tornare le imprese ad assumere, rendendo più conveniente la firma di contratti a tempo indeterminato”. Al contempo, però, per rilanciare le assunzioni (ferme ormai da mesi a causa della pandemia) rimane importante “non irrigidire i contratti a termine”. “I dati sul lavoro ci dicono che normative troppo severe, in un contesto di crisi, frenano la possibilità di dare continuità lavorativa alle persone e penalizzano le aziende. Per questo, a mio avviso, va aperta una riflessione sui contratti a termine”, ha infatti spiegato Puglisi alla testata.

Pd e Italia Viva spingono dunque per correggere il decreto Dignità e per incentivare i contratti stabili e il lavoro giovanile, proponendo sul tavolo del Governo diverse proposte: dagli ammortizzatori sociali allo smart working.

Le idee per rilanciare il lavoro

Il piano su cui sta lavorando attualmente il governo per incentivare le aziende ad assumere punterebbe a rendere più conveniente la firma dei contratti a tempo indeterminato. Sul tavolo è stato quindi presentato un bonus per le nuove assunzioni da tradurre in uno sgravio fiscale triennale del 50% per tutte le assunzioni stabili, che potrebbe arrivare fino al 100% nel caso di giovani lavoratori al di sotto dei 35 anni. In buona sostanza, i tecnici dell’esecutivo stanno tentando di realizzare una sorta di potenziamento di quanto già proposto con l’ultima legge di Bilancio. Proprio su questo esonero contributivo, il ministero del Lavoro e del ministero dell’Economia sono tuttora al lavoro con le simulazioni per sciogliere il nodo dei costi.

Oltre al bonus, per rilanciare le assunzioni Pd e Italia Viva stanno avanzato nelle trattative una correzione al decreto Dignità. Tant’è che già nella giornata di ieri, i senatori renziani hanno presentato un emendamento al decreto Agosto per consentire la proroga dei contratti a tempo per un massimo di due volte, senza l’apposizione di causali e penalità, alla scadenza dei primi 12 mesi – “smontando di fatto l’impianto del provvedimento bandiera del M5S”, spiega Il Sole 24 Ore.

Per rendere attive riforme e bonus assunzioni servono però 5-6 miliardi di euro (almeno).  Dalla stima effettuata dagli esperti, dal Recovery Fund dovrebbero arrivare tra i 20 e i 30 miliardi di euro, ma una parte di questa somma vedrebbe gli investimenti nella promozione dell’occupazione femminile, altra “vittima indiretta” del Covid-19 e sulla quale spinge il ministro del Lavoro, Nunzia Catalfo. Il tutto, con degli incentivi ad hoc, che vanno dal mantenimento dell’occupazione al rientro dalla maternità, al constrasto di dimissioni “involontarie” e al gender pay gap.

Oltre al fronte assuzioni, un’altra riforma che l’esecutivo starebbe valutando riguarda gli ammortizzatori sociali. Come spiegato dalle fonti, il nuovo meccanismo di tutela e sostegno al reddito prevederebbe che, se un’impresa in crisi va verso la chiusura, tale strumento di integrazione salariale potrà essere affiancato da una formazione mirata al lavoratore (in uscita) per aiutarlo a farlo rientrare nel mercato del lavoro con un percorso verso quello che sono le competenze attese (o più spendibili) per una sua ricollocazione altrove. Se invece le difficoltà dell’azienda si dimostrassero temporanee, al sussidio verrà affiancata una preparazione volta a supportare il processo aziendale, in un’ottica di riqualificazione delle risorse.


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Inoltre, sempre secondo quanto si apprende, pare che la CIG 2020 Covid dovrebbe rimanere attiva fino a fine anno, ma non è da escludersi un prolungamento per tutti quei settori ancora in sofferenza a causa della pandemia e dell’emergenza sanitaria.

Per quanto riguarda lo smart working, invece, il Il Sole 24 Ore scrive che la”disciplina semplificata” in vgore attualmente è “destinata a terminare a metà ottobre” – anche se in caso di “proroga dello stato d’emergenza continuerebbe a sopravvivere, almeno fino alla fine dell’emergenza”. Infine, per quanto riguarda il blocco dei licenziamenti (valido fino a fine 2020) pare non sia stata ancora presa una decisione finale. “Arriviamo a Natale, e poi vediamo come va”, spiegano infatti Pd, M5S e Iv.

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