Recovery Fund, rallentano le trattative: slittano 10 miliardi attesi a gennaio

Recovery Fund, rallentano le trattative: slittano  10 miliardi attesi a gennaio. Von der Leyen annuncia aiuti in Italia, Polonia e Spagna

Recovery Fund, rallentano le trattative: posticipati primi 10 miliardi

I 10 miliardi di aiuti a fondo perduto del Recovery Fund potrebbero arrivare non a gennaio 2021 come previsto, bensì più tardi, come riportano autorevoli fonti Ue. Tutto ciò non mette in discussione la legge di bilancio data la larga disponibilità di cassa, ma è un segno di difficoltà da parte della Ue nel rispondere alla crisi pandemica, proprio nel momento in cui la risalita dei contagi fa tremare la crescita.

E mentre l’opposizione si riaccende, la presidente della commissione Ue Ursula Von der Leyen annuncia che i primi Paesi a cui andrà il sostegno del fondo Sure “saranno Italia, Spagna e Polonia. Sono stati colpiti duramente dalla crisi. Il denaro arriverà rapidamente. Siamo con voi“.

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Il nostro Paese può quindi contare sugli oltre 27 dei 100 miliardi del prestito Sure, cassa integrazione finanziata dalla Ue. Infatti, il Tesoro ottiene la fiducia degli investitori con un’asta del Btp trentennale e una domanda che supera i record: 90 miliardi contro otto offerti. Tuttavia, le criticità tra Consiglio e Parlamento europeo, che vertono sullo Stato di diritto non rispettato da Polonia e Ungheria e sui sacrifici imposti a programmi quali l’Erasmus, farà sì che gli esborsi di  Recovery Fund e Bilancio europeo possano slittare di due o tre mesi.

Al Mef, che attualmente disponde di  84 miliardi di liquidità non ci si preoccupa molto: ciò che conta, si discute, è che i tempi non si allunghino troppo. Dato che  il Commissario agli Affari economici aveva avvisato che i fondi avrebbero potuto non essere sborsati nei tempi previsti, il governo è ricorso a un fondo “anticipazioni”.

In questo modo, ha stanziato “artificialmente” nella legge di bilancio le risorse del Recovery Fund che verranno usate durante il prossimo anno e che hanno favorito l’aumento di stimolo di bilancio di più di 39 miliardi, dai 24 in deficit. Le suddette risorse sono così quantificate dalla Nadef: 25 miliardi dall’Ue, 4 dal React Ue (disponibili), 21 da Recovery and Resilience Fund, di cui 11 miliardi sono prestiti e 10 finanziamenti a fondo perduto.

Difficilmente si giungerà a un compromesso entro fine ottobre, perché pur iniziando a intravedere la chance di un’intesa sul meccanismo dello Stato di diritto legato al bilancio, ipotizzando quindi di poter chiudere il dossier tra circa 15 giorni, rimane la richiesta dell’Europarlamento di accrescere di 29 miliardi le risorse per i cosiddetti programmi ‘faro’ e conteggiare gli interessi per ripagare i prestiti del Recovery Fund ( circa 12,9 miliardi di euro) fuori dai limiti del Bilancio Ue.

I leader Ue hanno sottolineato al presidente del Parlamento europeo, David Sassoli, che riprendere il discorso sull’intesa raggiunta a luglio su Recovery e Bilancio potrebbe significare aprire un vaso di Pandora. L’Eurocamera però insiste: “Siamo contenti che la presidenza tedesca si stia accorgendo che potrebbero verificarsi ritardi nelle ratifiche dei Parlamenti nazionali“.

Nelle ultime ore la presidenza di turno tedesca ha ipotizzato di recuperare denaro per i programmi ‘faro’ e andare incontro alle richieste del Parlamento. Tuttavia, i negoziatori dell’assemblea sembrano propensi a persiste con richieste che inevitabilmente allungherebbero la situazione di stallo. Situazione che potrebbe complicarsi ancor di più anche per via della nuova ondata di Covid, con trattative in videoconferenza, non molto adeguate per risolvere le suddette divergenze.

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