Coronavirus, quanto abbiamo pagato per adattare le scuole che oggi sono chiuse

Adeguare le scuole per ripartire in sicurezza, a settembre. Era questo l’obiettivo del Governo e infatti, per perseguirlo, sono stati stanziati fondi e investiti soldi. Peccato, però, che quei sacrifici oggi sembrano tutti inutili dal momento che, le scuole, sono di nuovo chiuse.

Bisogna dirlo: non è colpa di Lucia Azzolina se oggi le scuole stanno chiudendo. Il Ministro pentastellato, a dirla tutta, insiste per riaprire gli Istituti scolastici dove questi stanno a poco a poco chiudendo le porte, tanto da aver aperto polemica con Vincenzo De Luca, il Governatore della Campania, che in un’ordinanza di qualche tempo fa ha optato per la chiusura degli istituti nella Regione, tranne gli asili. A giugno, la Azzolina aveva fatto i conti di tutti i costi necessari per riportare in classe studentesse e studenti in seguito al blocco del Coronavirus.

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Un miliardo in più per l’adeguamento degli spazi e l’assunzione di personale, da aggiungere ai 4,6 già stanziati da inizio anno. Da gennaio, sono stati infatti stanziati 1,5 miliardi con il decreto Rilancio: 85 milioni nel Cura Italia per tablet e pc da affidare a studentesse e studenti meno abbienti; 5 milioni per la formazione dei docenti; altri 5 per l’acquisto di piattaforme digitali. Un altro miliardo di fondi Pon sono andati all’edilizia leggera, al digitale, alla formazione, al supporto amministrativo alle scuole, ai kit didattici. Insomma, qualcosa negli Istituti è stato fatto e dal Governo sono arrivati fondi – che poi sono i fondi dei cittadini. Ma quegli Istituti, adeguatisi tutti al Protocollo di sicurezza per la ripresa di settembre, oggi sono chiusi. Lasciati vuoti i tanto discussi banchi con le rotelle, i banchi singoli, le attrezzature per il distanziamento. Insomma, soldi quasi buttati dal momento che ad oggi, di quegli interventi e di quegli sforzi, non rimane assolutamente nulla.

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