Conte: “Vigili e responsabili durante le feste”. Però dà via libera allo shopping

Sono le comunicazioni che il premier Conte ha voluto divulgare attraverso i suoi canali social. Ma nel frattempo è corsa allo shopping natalizio, con relativi assembramenti.

“Sono ormai lunghi mesi che siamo tutti impegnati, con grandi e piccoli sacrifici, nella battaglia contro il Covid-19. La nostra comunità nazionale, pur tra mille difficoltà, è riuscita a mostrare un forte spirito di coesione e un grande senso di responsabilità. Sono convinto che continueremo a mostrare questa saldezza anche nelle prossime settimane, in occasione delle festività natalizie. Dobbiamo continuare a impegnarci e a mantenerci vigili per contrastare il contagio: sono le parole con cui Giuseppe Conte, su Facebook, raccomanda agli italiani comportamenti prudenti in vista del periodo natalizio. Parole di saggezza ed in apparenza sensate, ma che – come spesso accade a questo governo – non fanno altro che alimentare il paradosso in cui l’esecutivo giallo-rosso si dibatte dall’inizio della pandemia. Salute o Economia? Perchè le parole del premier arrivano agli italiani esattamente nel momento in cui si è deciso di lasciare una maggiore libertà proprio in vista del Natale.

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Ed infatti le cronache di questi giorni raccontano le file e gli assembramenti nelle strade dello shopping, in tutto il paese. Perchè occorre far chiarezza su un fatto: se si allentano le misure per dar fiato all’economia,  dovrebbe esserci una discreta consapevolezza che questo sia possibile senza andare incontro al disastro sanitario. Perchè, nel caso contrario, ci si dovrebbe assumere la responsabilità di dire “no, non si può aprire nulla”, pensando però ad un modo reale e concreto per sostenere negozianti, ristoratori e tutte le categorie professionali che – chiudendo tutto anche a Natale – rischiavano di chiudere anch’esse.

Invece si è scelta la strada ormai consueta dell’ambiguità: vi lasciamo più liberi ma dovete essere prudenti. Allentiamo le misure per permettere a tante attività di tirare una boccata d’ossigeno, poi vediamo che la gente si assembra davanti ai negozi (ma dai! li avete riaperti apposta!) ed allora ragioniamo sulla possibilità di richiudere tutto proprio nella settimana di Natale. Insomma, siamo alle solite: un colpo al cerchio ed uno alla botte, nella speranza che vada tutto bene. Cosa che, tra l’altro, non sta avvenendo: l’Italia – con i 64mila e 520 morti raggiunti ieri – ha superato il Regno Unito, tornando ad essere il paese europero con più vittime del Covid 19. Un primato che mai avremmo voluto di nuovo detenere, e che qualcosa dovrà pur dire. Ad esempio, che questa politica del “tira e molla” non sta pagando: è evidente l’incapacità a gestire una convivenza delle attività aperte e funzionanti con la pandemia, come appare altrettanto evidente la mancanza di coraggio politico nel decidere di tenere chiuso. Ed allora ormai è chiaro il muoversi da un punto all’altro dell’orizzonte delle possibilità in modo un pò casuale ed assolutamente non programmatico.

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Perchè se è vero che è difficile fare programmi quando si ha a che fare con un virus sconosciuto e pandemico, è altrettanto vero che la validità di una amministrazione la si determina sopratutto nelle avversità. Anche perchè sono in arrivo due belle gatte da pelare: i soldi del Recovery Fund ed i vaccini. Sulla distribuzione di questi ultimi è intervenuto sempre il presidente del consiglio, sempre sui social: “Dobbiamo predisporci ad aderire coralmente alla campagna di vaccinazione. Sarà una mobilitazione che coinvolgerà tante piazze italiane, e che sarà identificata con il simbolo della primula. Il fiore, primo a sbocciare dopo il lungo inverno, accompagnerà simbolicamente tutte le fasi della campagna verso un ideale, graduale risveglio, della nostra vita sociale. Questa volta, la sua rinascita sarà anche la nostra”. Tutto molto bello ed auspicabile, ma una domanda viene spontanea: un governo che non è riuscito a distribuire in maniera costante e tempestiva il vaccino antinfluenzale – ci sono migliaia di italiane ed italiani anche fragili che sono rimasti senza copertura – sarà in grado di gestire una delle più grandi campagne di vaccinazione di massa degli ultimi decenni in poco tempo e senza errori?

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