Renzi: “Far cadere il governo? Non ci penso neanche”. Ma la tensione resta alta

Continua il confronto all’interno della maggioranza, e soprattutto tra il premier Giuseppe Conte e il leader di Italia Viva Matteo Renzi. Dopo aver rinviato l’incontro tra governo e Iv, oggi il partito comunica che non parteciperà neanche alla riunione dei capidelegazione della maggioranza con il premier, convocata alle 12:30. Cosa sta accadendo all’interno della maggioranza?

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Doppia assenza di Italia Viva, che si sottrae ancora una volta al confronto con il premier: il partito ha già rinviato l’incontro con il premier Conte per la verifica sullo stato di salute della maggioranza, e oggi comunica una seconda assenza alla riunione dei capidelegazione di maggioranza con il presidente del Consiglio, convocata alle 12:30. In entrambi i casi, la motivazione ufficiale resta la stessa: “La ministra Teresa Bellanova è tutt’ora impegnata – come sanno da tempo sia il presidente Conte che i capidelegazione – in una missione a Bruxelles a tutela del Made in Italy agroalimentare e rientrerà in serata”. Insomma, un silenzio che pesa, in un momento in cui sembra sempre più legittimo usare l’espressione tanto temuta di “crisi di governo”. Anche se non viene declamata in maniera manifesta, le frizioni ripetute, i rinvii, le mozioni alle misure proposte dal governo, si moltiplicano. E intanto il Pd rimane silente, in parte annuendo alle stoccate di Renzi.

Governo sotto stress, tra Giuseppe Conte e Matteo Renzi

Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte nel frattempo ribadisce in un videomessaggio all’IX Cabina di Regia per l’Italia Internazionale: “Il governo sta remando in un’unica direzione per il rilancio economico del Paese. Ringrazio Di Maio e tutti i presenti per il lavoro svolto e per quanto continuerete a fare con passione e con tenacia nei prossimi mesi”. Sono queste le parole in attesa dell’incontro di giovedì mattina alle 9 a Palazzo Chigi, l’incontro che finalmente vedrà dialogare il premier Conte e Matteo Renzi (con la delegazione di Italia viva). Nel frattempo Renzi commenta, stando a quanto riportato dall’Ansa: “Il Presidente del Consiglio ha convocato i partiti di maggioranza. Il blitz notturno che avrebbe fatto approvare un documento non condiviso da nessuno e una task force in grado di sostituirsi al Governo e al Parlamento è stato ufficialmente bloccato. Lo avevo chiesto in Parlamento (qui) e oggi sono felice che tutti diano ragione a Italia Viva”.

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Matteo Renzi: “Far cadere il governo? Non ci penso neppure”

A proposito del nuovo indirizzo da dare al governo, l’ex premier commenta: “Sui temi del ‘salto di qualità’ del governo diremo la nostra al premier con un documento scritto appena ci sarà occasione di incontrarci. Appena consegnato al premier, lo manderemo a tutti gli amici delle Enews. Stiamo facendo una battaglia per le idee, non per le poltrone: all’incontro verranno anche le ministre, che sono pronte a rimettere il mandato, se serve. Perché chi dice che noi facciamo confusione per avere mezza poltrona in più deve prendere atto che noi siamo l’unico partito che è pronto a rinunciare alle poltrone, non a chiederle”. Poi, di fronte alla questione posta in maniera diretta, di fronte all’ipotesi di un’eventuale caduta del governo, Renzi ribadisce al Tg5: “Non ci penso neppure. Ci sono però 846 morti e davanti a questo non si può far finta di niente. Ecco perché diciamo al presidente del Consiglio diamoci una smossa, diamo più fondi alla sanità. Smettiamola con le polemiche e mettiamo a frutto i soldi europei”.

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Conte: “Il Piano sarà nazionale, non ci sarà una concezione padronale”

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La frenata di Italia viva si è scatenata soprattutto all’uscita della bozza del Recovery Plan, con posizioni critiche nei confronti della governance delineata dalla bozza: l’accusa è che – attraverso supermanager, task force e cambine di regia – si vada incontro a un ridimensionamento, volenti o nolenti, di ministri e Parlamento. Il premier sembra aver compreso le motivazioni della diffidenza, che paiono ancorarsi anche a un piano che – effettivamente – poco lascia trasparire sulle misure da introdurre. Il premier avrebbe commentato all’assemblea di Coldiretti: “Comprendiamo bene che fino quando il piano non sarà definito ci saranno ansie e tensioni legittime perché è una grande occasione storica ed è giusto che fino a quando collettivamente non sarà condiviso ci siano questi atteggiamenti. Il piano sarà un piano nazionale, non ci sarà una concezione padronale, non sarà gestito con arbitrarietà, sono le risorse della comunità nazionale. Tutti potranno in qualsiasi momento controllare sul sito della presidenza ogni progetto e lo stato di avanzamento, questo è il miglior sistema a garanzia per tutti”.

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Ma quali sono le richieste di Italia viva?

Dall’altro lato Italia viva insiste sulla sua linea, ribadendo le proprie richieste. Ieri sera Matteo Renzi, ospite a Cartabianca su Rai 3, avrebbe sottolineato un punto inderogabile: se il premier non aprirà un dialogo sulle richieste del partito, Italia viva si tirerà fuori dal governo. Ma quali sono le tre richieste di Matteo Renzi e del partito? Al primo posto troviamo il ridimensionamento della task force del Recovery Fund, punto sul quale si sono alzati i toni. “Bisogna eliminare la cabina di regia. Mettere 300 consulenti, scelti magari fra gli amici degli amici, dopo aver tagliato 300 parlamentari, non è il massimo”, dice Matteo Renzi, che ribadisce l’accusa: Conte vorrebbe accentrare su di sé troppi poteri. A questo tema, si aggiungono altre richieste: l’attivazione del Mes e una diversa gestione dei servizi segreti (in genere il presidente del Consiglio li delega a una figura terza, cosa che non è avvenuta con Conte). Il tutto viene riassunto dalle parole di Renzi, che sostiene: Italia viva continuerà a supportare il governo se “Conte recupera il senso delle istituzioni che è mancato in quel progetto del Recovery Fund, e dice che non si esautora il Governo, se non si fanno manovre strane sui servizi segreti, e si mettono i soldi sulla sanità”. E se questo non accade? Si vedrà, con più di 800 morti al giorno, loro dovranno cercare di visualizzare scenari futuri, noi dovremo cercare di parlare delle strategie di Palazzo, piuttosto che di come verranno investiti gli oltre 200 miliardi del Recovery.

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