Il professore di Oxford: «Covid muta troppo, vaccino forse non risolutivo»

L’allarme del pediatra Richard Moxon, fondatore dell’Oxford Vaccine Group: «Questo virus muta troppe volte, il siero potrebbe non essere risolutivo»

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La grande campagna vaccinale contro il Covid-19 avviata in Gran Bretagna e nel mondo potrebbe essere vanificata dalle continue mutazioni genetiche del virus. Lo dichiara il professor Richard Moxon, pediatra e fondatore dell’Oxford Vaccine Group.

L’esperto sostiene infatti che una mutazione può «cambiare improvvisamente il comportamento del virus», rendendo di fatto inutile la somministrazione. Moxon definisce però «infondati» i timori circa l’impatto delle metamorfosi sul vaccino.

L’unico pericolo è che questo risulti inefficace, poiché gli anticorpi generati dal siero e uniti alle proteine spike potrebbero non riconoscere quelle del virus, nel frattempo mutato. Dati i numerosi cambiamenti del nuovo Coronavirus occorre quindi continuare a studiarlo, ha ribadito Moxon.

«Molti cambiamenti, ma nessuna malattia grave»

«Dovremo monitorare il comportamento del virus, la sua evoluzione, con molta attenzione – ha dichiarato Moxon intervenendo a “Is It Safe?” su Channel 4 -. Non sapremo mai quando un cambiamento nel codice genetico del virus potrebbe cambiare improvvisamente il comportamento del virus in un modo che causa una malattia più grave o, come possibilità un problema per i vaccini». E ancora: il virus «ha già subìto molti, molti cambiamenti, ma il mondo è stato fortunato perché nessuno di questi ha finora creato una malattia più grave».

Il professor Moxon ha poi specificato che il Covid-19 non è come l’influenza che può “accelerare” le mutazioni, ma gli scienziati continueranno a monitorarlo in modo da non permettere «al virus di fare un balzo in avanti». Il professore ha affermato che il suo più grande timore sono le conseguenze mediche a lungo termine del Coronavirus, esprimendo preoccupazione anche su come verrà gestita la vaccinazione a livello mondiale.

«Il vaccino deve arrivare a tutti nel mondo»

«Dobbiamo accettare il fatto che i nostri vaccini, che è lo strumento più importante che abbiamo per combattere la malattia, devono arrivare a tutti nel mondo. E’ un compito molto, molto difficile per tutti i tipi di ragioni economiche, sociali e di altro tipo. Spero che, per essere prudente, l’uso di mascherine, per la maggior parte, se non per tutto il tempo, inizi a diventare pratica comune almeno fino all’autunno del 2021».

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Ritardi nella campagna vaccinale in UK

Nonostante il segretario di Stato per la Salute Matt Hancock si fosse impegnato a vaccinare «milioni» di persone entro Natale, le statistiche ufficiali hanno rivelato che solo 138.000 britannici hanno ricevuto il vaccino Pfizer/BioNTech nella prima settimana del lancio, entro cioè lo scorso 15 dicembre.

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La più grande campagna vaccinale della storia britannica è stata finora ostacolata dai ritardi nelle consegne e dalla burocrazia, che rischiano di rallentare la velocità con cui può essere ampliata. I funzionari ministeriali hanno redatto un elenco di 30 milioni di cittadini che dovrebbero essere vaccinati per primi. Di questo elenco fanno parte i ricoverati nelle case di cura, anziani, soggetti fragili e il personale sanitario.

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