Il caso AstraZeneca-Ue: poca chiarezza, e sullo sfondo l’ombra della Brexit

Continua lo scontro tra la multinazionale AstraZeneca e Bruxelles, iniziato a causa dei tagli sui vaccini anti Covid da destinare all’Ue.

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Il caso AstraZeneca-Ue: poca chiarezza, e sullo sfondo l’ombra della Brexit – www.meteoweek.com – Credit: Pixabay

Continua lo scontro tra la multinazionale AstraZeneca e Bruxelles. Dopo la sfida di pubblicare il contratto riservato, lanciata dalla Commissione europea, la società farmaceutica ha risposto affermativamente. Il testo è stato diffuso e secondo la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, il documento è “chiarissimo” “contiene ordini vincolanti”. Il riferimento è a quanto sostenuto dal Ceo di AstraZeneca, Pascal Soriot, che in un’intervista con La Repubblica aveva sostenuto che gli obblighi nei confronti dell’Unione europea si limitavano a un “best reasonable effort”. Il massimo impegno in questione, ha sottolineato infatti von der Leyen, era valido solo fino a quando la multinazionle “non avrebbe avuto la certezza di poter sviluppare il vaccino”.

Il contratto tra AstraZeneca e Unione europea

“Su richiesta della Commissione europea, AstraZeneca ha deciso di pubblicare una versione del contratto” sulla fornitura di vaccini all’Ue, ha annunciato Eric Mamer, portavoce della Commissione. E ha aggiunto: “La Commissione accoglie con favore l’impegno dell’azienda verso una maggiore trasparenza nella sua partecipazione al lancio della strategia dell’Ue sui vaccini” e “spera di poter pubblicare tutti i contratti nell’ambito degli accordi di acquisto anticipato nel prossimo futuro”.

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Al momento, secondo von der Leyen, non ci sono dubbi: Erano previste quantità da consegnare a dicembre e nei primi tre trimestri del 2021 e sono citati quattro siti di produzione, due dei quali in Gran Bretagna”. Tra le disposizioni del contratto, inoltre, è messo nero su bianco che la casa farmaceutica deve “attivarsi per sviluppare il loro vaccino e la capacità di produzione”, ma “ovviamente hanno anche un’obbligazione di risultato” nella consegna delle dosi, come ha spiegato un funzionario Ue all’agenzia di stampa Agi. Neanche la clausola di precedenza ad altri Paesi rispetto all’Ue non esisterebbe. Lo ha confermato lo stesso funzionario: “Non negoziamo in questo modo, vogliamo solo le dosi per noi”. 

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L’ombra della Brexit

Ma quale sarebbe il motivo dello scontro tra AstraZeneca e Bruxelles? Non ci sono certezze, ma è bene ricordare che la multinazionale è britannico-svedese. Non solo. La parte della Gran Bretagna è maggioritaria rispetto a quella svedese e la ricerca del nuovo vaccino è iniziata a Oxford. Così Boris Johnson, nel momento in cui chiudeva le procedure per uscire dall’Unione europea,ha sostenuto la ricerca inglese con quasi 100 milioni di euro a maggio e ha negoziato una prima fornitura di 30 milioni di dosi, su un totale di 100 milioni. Potrebbe dunque essere la Brexit la ragion di stato per cui sarebbe stato ridotto il numero dei lotti europei per aumentare quelli diretti nel Regno Unito?

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