Covid, blocco dei licenziamenti in scadenza: il Governo ha 45 giorni per decidere

Blocco dei licenziamenti, il Governo ha 45 giorni per decidere un nuovo piano straordinario. Le misure hanno fin qui impedito circa 600mila recessi, ma “non si può pensare di mantenere lo stop ancora a lungo”.

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in scadenza il blocco licenziamenti, foto di repertorio – meteoweek.com

Tra 45 giorni scadrà il divieto per le aziende di procedere a licenziamenti individuali e collettivi per motivi economici. Lo stop, si ricorda, era stato stabilito dal decreto Cura Italia con lo scopo di limitare i drammatici effetti provocati dalla pandemia sull’occupazione. Dopo tre proroghe, però, il blocco verrà meno il 31 marzo 2021: una scadenza, questa, che assieme al sostegno della Cassa Integrazione Covid “richiede decisioni e provvedimenti di tutela sociale adeguati e tempestivi” – spiega Mattarella.

I dati e le stime sull’occupazione in Italia

Come si apprende dall’approfondimento de Il Sole 24 Ore, nell’ultimo anno in Italia il tasso di occupazione è sceso dello 0,9 per cento, con una perdita di oltre 400mila posti di lavoro. I più colpiti sono stati i lavoratori con contratti flessibili, gli stagionali, e i lavoratori autonomi, che non sono stati protetti dal blocco dei licenziamenti. La Banca d’Italia, tuttavia, spiega che senza le misure adottate dal governo fino a questo momento, nel corso del 2020 si sarebbero potuti contare ben 200mila licenziamenti in più; le prime stime degli economisti, inoltre, indicano che la Cassa Integrazione Covid, il sostegno alla liquidità delle imprese e il blocco dei licenziamenti abbiano impedito nel complesso circa 600mila recessi, sempre nel corso del 2020.

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infografica via Il Sole 24 Ore – meteoweek.com

Con la scadenza del blocco dei licenziamenti, a partire dal 1 aprile si bloccherebbero le procedure già avviate dalle imprese, mentre potrebbe assistersi a un ulteriore irrigidimento per quanto riguarda le nuove assunzioni e gli eventuali passaggi da un’azienda all’altra. Davanti a una tale prospettiva, il nuovo esecutivo di Draghi potrebbe valutare una scadenza graduale del blocco, che rimarrebbe dunque attivo nei settori più in difficoltà o in base al fatturato delle aziende.

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La direzione dell’esecutivo

Ciò su cui il nuovo ministro del Lavoro Andrea Orlando starebbe lavorando, in effetti, sarebbe proprio una riforma degli ammortizzatori sociali entro la fine del mese. Il ministro incontrerà le imprese martedì, con l’obiettivo di partire “subito con un piano straordinario per la formazione, la ricollocazione delle persone, la riforma degli ammortizzatori“. In questo senso, Orlando sta già discutendo con i sindacati, che chiedono la proroga secca del blocco dei licenziamenti almeno fino a fine giugno e il contestuale allungamento della Cassa Integrazione per almeno altre 26 settimane.

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Tuttavia, come spiegato al Corriere della Sera da Enrico Carraro, presidente del gruppo Carraro e di Confindustria Veneto, il blocco “è servito fin qui a evitare il collasso di famiglie, comunità, territori, ma non si può pensare di mantenerlo ancora a lungo senza peraltro ripensare le politiche attive del lavoro“. L’ambito in cui si può pensare di mantenerlo, sarebbe quello relativo ai “comparti ancora fermi o che faranno più fatica a riprendersi”, “quelli che hanno più a che fare con il mercato domestico” e per i quali “la domanda interna non ha dato fin qui segnali di recupero”.

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