Vaccino, Rezza alza il ritmo: “Servono 240mila vaccinazioni al giorno”

Il ritmo della campagna del vaccino continua a procedere a rilento si parla di intensificare e allargare il numero delle dosi  da distribuire

Vaccino
Le cabine monouso distribuite su scala mondiale per ospitare vaccinazioni di massa (Getty Images)

Si torna a parlare di lockdown e di un ritmo della campagna vaccinale che per il momento non è ancora all’altezza delle necessità. E mentre molti paesi cominciano a pensare di produrre in proprio il vaccino e di uscire dalle strategie dell’UE, in Italia si parla di ‘alzare il ritmo’.

Vaccino, alzare il ritmo

Ne ha parlato anche Giovanni Rezza, direttore della prevenzione del Ministero della Salute, durante l’audizione in Commissione Igiene e Sanità del Senato sui vaccini anti Covid-19.

“La necessità è quella di fare un salto di qualità – dice Rezzadi recente abbiamo messo a punto insieme alla Fondazione Bruno Kessler un modello matematico per capire quando potremo tornare a una pseudo-normalità. Se assumiamo che il vaccino protegga dall’infezione per almeno per 2 anni, vaccinando 240mila persone al giorno riusciremo in 7-15 mesi a tornare alla normalità”.

Ma i numeri per il momento sono considerevolmente inferiori.

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Prevenzione ancora necessaria

Il tutto senza abbassare la guardia nel campo della prevenzione e del contenimento del virus. “Il risultato sarà possibile solo con un numero di vaccinazioni elevato e mantenendo il contenimento, le distanze sociali e tutte le precauzioni prese fin qui” spiega Rezza.

Alcune regioni si apprestano a entrare nella seconda fase della campagna. Ma la maggior parte dei territori è ancora molto indietro: “Entro dopodomani porteremo alla Conferenza Stato-Regioni nuove raccomandazioni sui gruppi target da vaccinare in una logica di priorità. Tra questi genitori di bambini immunodepressi, ospiti  e gestori di comunità”.

Ma tutto dipenderà dalla disponibilità di vaccini e dalla capacità della rete di procedere alla somministrazione.

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