Da agente di commercio a rapinatore a causa del Coronavirus

Paolo Menoncello, 60 anni ed ex agente di commercio, ha provato a mettere a segno due rapine nel giro di cinque giorni. 

Paolo Menoncello, ex agente di commercio – Meteoweek

“Ho perso tutto a causa del Covid”. Nessun uomo avrebbe forse mai immaginato di dire questa frase, così come nessun uomo avrebbe mai immaginato di trasformarsi in un evasore o un criminale. Ma la pandemia ha tolto molto a chi aveva tanto e ha tolto tutto a chi aveva poco. Così, le certezze sono crollate e la crisi economica ha spinto molti sull’orlo della disperazione a compiere gesti disperati. Questo è quanto accaduto a Paolo Menoncello, 60enne che ha provato a mettere a segno due rapine nel giro di cinque giorni.

Entrambe non riuscite, la prima aveva preso di mira l’ufficio postale di Paese; la seconda aveva mirato alla filiale della Volksbank di Quinto di Treviso. L’uomo, preso dai sensi di colpa, si è presentato ieri mattina di fronte al gip Marco Biagetti per l’interrogatorio di convalida dell’arresto spiegando di non essere affatto un rapinatore ma di essere uno dei tanti uomini in estrema crisi a causa del Coronavirus. Menoncello, difeso dall’avvocato Marco Vocaturo, ha ammesso le sue colpe addossandosi la piena responsabilità dell’accaduto.

Paolo Menoncello ex agente di commercio – Meteoweek

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“Fino a poco tempo fa per uscire di casa indossavo giacca e cravatta, l’altro giorno mi sono ritrovato a provare un passamontagna. Guardavo l’uomo riflesso sullo specchio e mi chiedevo chi fosse. Ora per la legge sono un rapinatore, in realtà sono soltanto una persona disperata”, ha raccontato il sessantenne. 1.200 euro al mese che volano via tra tasse, affitto, bollette. “Mi sentivo all’angolo, non vedevo soluzioni. Ho comprato una pistola giocattolo e mi sono buttato. Ci sono andato con la mia macchina, una Volvo V40 station wagon, quella che usavo per fare il rappresentante. Quando sono entrato ho provato a fare il duro. Gridavo, chiedevo i soldi ma avevo più paura delle persone che stavano dietro le casse”, ha spiegato l’uomo a Repubblica.

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Poi parla del secondo colpo: “Sono entrato con il volto coperto, ho chiesto i soldi a una impiegata. Mentre mi parlava è sbiancata, ha perso forza sulle gambe e si è seduta. Mi è dispiaciuto un sacco vederla così provata. Non me la sentivo di continuare e così sono uscito, me ne sono tornato a casa. Dopo poco sono arrivati i carabinieri”.

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