Amministrative Bologna 2021, ecco chi sono i candidati sindaco

Si avvicinano sempre più le prossime elezioni amministrative, anche a Bologna e dintorni, dove il 3 e il 4 ottobre 2021 torneranno al voto quasi 865mila elettori in ben 48 comuni. Gli occhi sono puntati sul capoluogo di regione, dove si sfideranno 8 candidati sindaco, con alle spalle 19 liste a sostegno. I principali sfidanti, stando ai sondaggi, sarebbero il candidato di centrosinistra Matteo Lepore e il candidato di centrodestra Fabio Battistini. Ecco chi sono i candidati di Bologna. 

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MeteoWeek.com – foto dalla pagina Facebook di Matteo Lepore

In Italia, dopo le tante polemiche sulle primarie, sulla mancanza di candidati di centrodestra, sui programmi e sulle presunte alleanze locali e nazionali, è finalmente giunto il tempo delle amministrative. Anche in Emilia-Romagna, dove 48 comuni tra domenica 3 e lunedì 4 ottobre riapriranno le urne. Sarebbero circa 865mila i cittadini chiamati al voto in tutte e 9 le province, un numero che corrisponde a circa un quarto dell’intero corpo elettorale della regione. Tre le principali province in cui si voterà: Bologna, Ravenna e Rimini. Gli occhi sono al momento puntati sul capoluogo, che attualmente conta 8 sfidanti per la carica di sindaco e nel quale potrebbe realizzarsi un interessante esperimento politico, anche a livello nazionale: Matteo Lepore, candidato sindaco dato come favorito, è il candidato Pd dell’intero centrosinistra, ma vanta un ampio spettro di coalizione, in grado di abbracciare il filone renziano (con Anche tu Conti) al M5s, per terminare con alcuni rappresentanti di centri sociali come Tpo e Labas. Ecco perché le prossime amministrative a Bologna non riguardano esclusivamente il capoluogo emiliano, ecco perché può esser interessante capire chi sono i candidati e come si compongono le liste che li sostengono.

Chi è Matteo Lepore?

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Ma chi è Matteo Lepore? Oltre a essere candidato sindaco del Pd alle elezioni amministrative di Bologna, Lepore (classe ’80) è stato ed è attualmente assessore alla Cultura e al Turismo della giunta del sindaco uscente Virginio Merola, di cui è già stato assessore all’Economia. Il cursus honorum è abbastanza ampio, negli ultimi dieci anni Lepore è stato sempre all’interno della giunta Merola (prima con le deleghe a assessore all’Economia e promozione della Città, Turismo, Relazioni Internazionali, Agenda Digitale nel mandato amministrativo, per poi terminare con l’assessorato alla Cultura e al Turismo nel mandato 2016-2021). Lepore, dopo aver battuto alle primarie di giugno la sindaca di San Lazzaro Isabella Conti (precedentemente iscritta a Italia viva), ora è dato come favorito, sostenuto dalle liste Pd, Coalizione Civica, M5s, Europa Verde, Psi-Volt, Anche tu Conti, Matteo Lepore sindaco. “Mi candido perché amo Bologna e la voglio solidale, innovativa e sostenibile. Più ecologica, più femminista e più inclusiva. Voglio che Bologna rimanga la città più progressista d’Italia e diventi l’avanguardia d’Europa“, scrive sul suo sito. Ma la sfida, anche e soprattutto in termini politici, è non da poco: Lepore ha estromesso dalle liste Pd i dem che avevano parteggiato apertamente per l’ex sfidante Isabella Conti, che ora partecipa con una lista a sostegno di Lepore (Anche tu Conti). Il motivo, ha spiegato Lepore, è che coloro che sostengono Conti possono inserirsi in una lista apposita, senza rimanere necessariamente nel Pd.

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A sinistra una galassia complessa

I toni sulla vicenda si sono pian piano placati, ma le tensioni latenti restano: durante la presentazione del patto elettorale col candidato Pd, Isabella Conti avrebbe affermato scherzando: “Più Conti e meno Conte“. Ora Lepore sdrammatizza, stando alla Repubblica, e prova a tenere tutti insieme: “Io credo sia normale che ogni lista evidenzi le proprie identità, l’importante è che il programma e il patto politico che ci unisce tutti sia forte. Con Isabella abbiamo fatto primarie con 26mila persone. E d’altra parte senza 5stelle sarebbe difficile oggi pensare a questa come alla coalizione più progressista d’Italia“. Insomma, l’obiettivo è quello di una coalizione ampia, per realizzare un ventaglio ampio di progetti: per i primi 100 giorni Lepore promette di riorganizzare la sanità territoriale e pubblica, con infermieri di comunità e psicologi di comunità“, mentre per uno sguardo a lungo termine Lepore chiarisce che l’obiettivo è “far sì che Bologna venga riconosciuta dalla Commissione Europea come una tra le 100 città che hanno l’ambizione di diventare carbon neutral entro il 2030. Un traguardo ambizioso che potremo raggiungere solo grazie alla convergenza, nella coalizione più larga e coesa in Italia, di tutte le forze ecologiste e progressiste in campo“.

Eppure, diverse forze di sinistra e diversi candidati scelgono di restare fuori dalla coalizione. Parliamo di Dora Palumbo (candidata di Sinistra Unita), geologa, funzionaria della Regione, cinque anni fa è stata eletta in consiglio comunale per il Movimento 5 Stelle, oggi guida una lista che raccoglie le forze di sinistra che hanno deciso di non appoggiare Lepore; parliamo di Marta Collot (candidata di Potere al Popolo), attivista e musicista di 27 anni, già candidata per Potere al Popolo alle elezioni regionali di un anno e mezzo fa; parliamo di Federico Bacchiocchi (candidato del Partito comunista dei lavoratori), veterinario, dipendente del ministero della Salute, che guida la lista che rappresenta le correnti trotzkiste dei comunisti bolognesi, ricorda l’Ansa.

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Chi è Fabio Battistini?

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Tuttavia, il grosso della sfida – stando ai sondaggi – si concentrerà sul confronto tra Matteo Lepore e Fabio Battistini, imprenditore di 64 anni di area cattolica, candidato per una lista civica e ora sostenuto da Lega, FdI, Forza Italia, Bologna ci piace, Popolo della famiglia. “Abbiamo tradotto mesi di ascolto in proposte per la città, su temi come traffico, mobilità, sicurezza, per far essere Bologna capitale d’Europa per valorizzare le eccellenze imprenditoriali e culturali e non solo quelle enogastronomiche“, afferma Battistini, che commenta in questo modo il programma disponibile sul suo sito: “Abbiamo idee per risolvere questi nodi, con una lista civica vera, di cui fanno parte 36 persone con profili diversi. Non sono civici perché indicati da qualche segreteria di partito, sono persone che ci hanno messo la faccia e sanno risolvere i problemi“. Al centro dell’agenda, un occhio particolare rivolto a temi come traffico, degrado e mancato sviluppo della città.

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I temi, soprattutto sulla lotta al degrado, sono chiaramente di centrodestra, ma Battistini non vuole incasellarsi in un fronte definito: “Mi rivolgo a chi non si riconosce nella continuità amministrativa di chi ci governa oggi e non parlo mai di destra e di sinistra non per evitare etichette quanto per insistere sul concetto di garantiti e di non-garantiti. Chi sono i non-garantiti? Andiamo dalle partite Iva agli stagisti non retribuiti. Il PD è evidentemente più dalla parte dei garantiti“, dice a Bologna Today. Tra i candidati, spicca anche il candidato sindaco Stefano Sermenghi (Bologna Forum civico, Italexit), ex sindaco Pd di Castenaso passato al centrodestra, che ora guida una lista civica promossa dall’ex M5s Giovanni Favia e dall’ex candidato sindaco leghista Manes Bernardini. Insomma, la lista dei candidati è varia, le coalizioni anche, e proprio in questo sistema variegato si sono concentrate molte delle polemiche che hanno stressato anche le amministrative bolognesi. Ora bisognerà capire se il superamento dell’eterogeneità sarà un fattore di forza o un motivo di debolezza, soprattutto all’interno delle dinamiche della nuova giunta che, con ogni probabilità, avrà un colore giallorosso.

 

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