Bebe Vio racconta la sua sofferenza: “Se continui così sei morta”

Bebe Vio è simbolo di una forza esemplare, ma nella sua vita ci sono stati tanti momenti di sconforto: ecco cosa è successo prima della paralimpiadi di Tokyo.

Bebe Vio
Bebe Vio- Foto tv- Meteoweek

Bebe Vio si racconta a Il Corriere della Sera e parla del momento precedente alle paralimpiadi che l’hanno vista protagonista, quando ha rischiato un’ulteriore amputazione.

La ragazza è passata attraverso un lungo percorso di malessere, che puntuale si presentava dopo ogni gara. La schermitrice ha rivelato dettagli drammatici: “La scherma è uno sport di combattimento non puoi far vedere che stai male, dopo la gare mi portavano subito via perché vomitavo e svenivo”.

Bebe Vio e la dura preparazione alle Paralimpiadi: “Braccio completamente morto”

Conosciamo Bebe Vio come una delle atlete paralimpiche più amate e in vista del panorama sportivo nazionale, un’icona di forza assoluta. Non tutti sanno che la campionessa ha rischiato di non essere presente alle ultime paralimpiadi, quelle di Tokyo, perché le sue condizioni di salute si erano aggravate. La sportiva ha subito un lungo ricovero con rischio di amputazione, ma non si è arresa ed è riuscita a tornare ad allenarsi, affrontando durissime prove.

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Non è stato facile per la schermitrice riuscire a riprendere il controllo del proprio corpo: “Sapevo che il mio corpo per rimettersi in pieno ha bisogno di tempo e invece, appena ho iniziato a tirare di scherma, ho forzato. E ho tirato una botta così forte che mi è quasi uscito il gomito… Un infortunio serio. A un certo punto pareva tutto finito. Quel braccio mi era completamente morto.”, ha confessato Bebe. I medici le hanno prospettato l’amputazione con parole dure: ‘In due settimane va amputato, poco più e sei morta, se continui così sei morta’.

Bebe Vio
Bebe Vio- Foto Ig- Meteoweek

Bebe Vio, la medaglia d’oro dopo il grande dolore: il supporto della famiglia

A Bebe è sembrato di rivivere l’incubo della malattia: ha perso 10 chili e non riusciva a mettere su peso. In queste condizioni è arrivata ai Giochi di Tokyo, svenendo e vomitando ripetutamente, ma non ha mai voluto mostrare la sua sofferenza. “Una gara di scherma è composta da alcuni match la mattina, altri al pomeriggio. Faticosissimi. Il mio corpo proprio non era in grado di reggerli, fisicamente. Durante un match l’adrenalina è talmente alta che non senti dolori ma appena finivo il match mi prendevano per la collottola del giubbetto elettrico e mi portavano via perché svenivo. Il gomito non c’era più, era gonfissimo, rosso, non riusciva a star fermo, tremavo tutto il tempo, piangevo”, ha confessato.

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Ancora una volta Bebe è riuscita a risollevarsi, conquistando la medaglia d’oro nonostante l’immensa sofferenza e grazie anche al supporto della sua famiglia, che non è mai mancato. La schermitrice conferma di aver stretto i denti e aver finto di stare bene affinché i suoi familiari non si preoccupassero al punto da decidere di bloccare la gara: “Avevo bisogno di loro e dei miei fratelli. Sennò non ce l’avrei fatta”, ha detto la campionessa paralimpica.

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