Sospesi dal lavoro, infermieri no-vax lavorano in nero: ora rischiano radiazione dall’albo

Infermieri no-vax sospesi cercano lavoro in nero, la presa di posizione dell’Ordine: “Rischio radiazione dall’albo dei professionisti”. Finiscono nel mirino le chat dei gruppi Telegram. 

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infermieri no-vax cercano lavoro in nero, rischio radiazione dall’albo – meteoweek.com

Con l’obbligo di vaccinazione e Green Pass sui posti di lavoro, sono diversi gli infermieri e i membri del personale sanitario no-vax che tentano di lavorare in nero, offrendosi alle famiglie per dare assistenza alle persone anziane o fragili. Sulla questione, però, ora interviene l’Ordine delle professioni infermieristiche del Friuli Venezia Giulia, che ha già inviato le prime segnalazioni ufficiali.

Radiazione dall’albo per i no-vax che lavorano in nero

Le segnalazioni sarebbero partite alla luce di alcuni contenuti pubblicati sulle chat di gruppo su Telegram. In particolare, le autorità stanno tenendo sotto controllo quanto scritto sulla “Bacheca delle necessità”, gruppo affine a quello dei “No Green pass di Trieste”, ma che coinvolge in realtà tutto il Friuli Venezia Giulia. Secondo quanto viene riportato, infatti, tale community sarebbe nata proprio per aiutare e permettere ai no vax di trovare lavoro senza bisogno di esibire la certificazione sanitaria. Non soltanto “comuni cittadini”, però: tra di loro – o meglio, tra tutti quei nomi e cognomi – appaiono anche infermieri e operatori sociosanitari, non vaccinati e rigorosamente no-vax. Gli stessi che, a seguito delle loro posizioni, sono stati sospesi dai propri datori di lavoro, e sono quindi alla ricerca di un disperato impiego in nero (e perciò illegale).

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Secondo quanto si legge dalle fonti, tra questi viene citato il cado di un’infermiera sospesa del Burlo Garofolo di Trieste. Si tratta di “Debora”, che ha “ventennale esperienza lavorativa” e che si offre “per assistenza e prestazioni sanitarie per disabili, bambini, adulti e anziani”. A famiglie, però, che non le richiedono la certificazione verde. Ma ancora, si legge il caso di Cristina, che offre – sempre in nero – ogni tipo di prestazione infermieristica (“medicazioni, clisteri, cambi catetere, consulenze”). Con “30 anni di servizio alla centrale operativa del 118 di Udine”, anche lei è stata sospesa perché contraria alla vaccinazione e al Green pass.

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Una situazione pericolosa e grave, questa. Tanto che ad intervenire sarà lo stesso Ordine professionale del Friuli Venezia Giulia, rappresentato dal presidente Luciano Clarizia. Una volta risaliti all’identità degli infermieri che si offrono per simili prestazioni, nonostante l’allontanamento dal servizio secondo le disposizioni del governo, si provvederà ad accertare anche i fatti. E, in caso di esito positivo, il rischio che corrono i coinvolti va ben oltre la sospensione: si parla, infatti, di radiazione dall’albo professionale.

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