Covid e inquinamento: “Lo smog aumenta il rischio di sintomi più gravi”

Il Covid sembra essere legato anche all’inquinamento: chi respira polveri sottili ha possibilità di sviluppare sintomi più gravi.

L’inquinamento aumenta il rischio di sviluppare sintomi gravi nei soggetti positivi al Covid: lo smog, quindi, non favorisce la diffusione del virus ma accresce il rischio di una malattia più grave quando sopraggiunge l’infezione.

Covid, scoperto collegamento tra l’inquinamento dell’aria e i sintomi della malattia

Questi dati sono emersi da uno studio condotto presso il Barcelona Institute of Global Health e pubblicato sulla rivista Environment Health Perspectives. Diversi studi hanno dimostrato un collegamento tra inquinamento dell’aria e Covid, ma nessuno finora è andato a valutare in che modo lo smog favorisca la malattia, se aumentando i contagi o aumentando i sintomi e la gravità di essi.

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Gli esperti hanno considerato 9.605 persone tra cui 481 casi confermati di Covid. Per 4.000 dei partecipanti gli esperti hanno eseguito dei prelievi di sangue alla ricerca di anticorpi specifici contro il virus. È emerso che a una maggiore esposizione a ossido di azoto e polveri sottili corrispondono maggiori concentrazioni di anticorpi, un indicatore di elevata carica virale e di sintomi più forti dell’infezione.

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In tutti i casi è stata trovata un’associazione tra alti livelli di inquinanti e malattia, in particolare per i casi più gravi che finiscono in ospedale e terapia intensiva. L’associazione con il particolato fine e la malattia è risultata particolarmente forte per i maschi Over 60 e per coloro che vivono in aree disagiate dal punto di vista socioeconomico.

“Il nostro studio fornisce la più forte evidenza a livello globale dell’associazione tra inquinamento atmosferico e Covid-19,” spiega l’autore del lavoro Manolis Kogevinas. “Questi risultati sono in linea con l’associazione tra inquinamento dell’aria e ospedalizzazione descritta per altre malattie infettive come influenza o polmonite“. Lo smog può contribuire a favorire lo sviluppo di condizioni croniche cardiovascolari e respiratorie, che a loro volta aumentano il rischio di Covid-19 in forma grave.

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