Le banche centrali devono sussurrare alle borse che la festa è finita

Le banche centrali sono ad un bivio e questo bivio riguarda le sorti di tutto il pianeta, senza eccezione. 

Il momento che stiamo vivendo è certamente un momento storico e resterà nella memoria collettiva. Ma oggi siamo ad un punto di svolta: le banche centrali devono imporre una potente virata a quella politica monetaria tenuta sino ad oggi, ma la nave potrebbe andare in pezzi. Vediamo perché. Le banche centrali sono in estrema sintesi quelle autorità che hanno il compito di stabilire quanta moneta circola in un determinato Stato. Cercando di mantenersi lontanissimi da ogni forma di tecnicismo, diciamo che la Banca Centrale Europea stabilisce quanta moneta circola in Europa. Negli Stati Uniti d’America c’è la Federal Reserve che stabilisce quanti dollari circolano. E così via: ogni stato ha la sua.

Colombe per anni

Negli ultimi anni le banche centrali hanno mantenuto un atteggiamento che in gergo viene definito da colomba. Che cosa vuol dire che una banca centrale è una colomba? Vuol dire che fa circolare tanta moneta e di conseguenza permette all’economia di crescere. E qui scatta automatica una domanda: ma allora perché le banche centrali non mettono in circolazione sempre tanta moneta, così l’economia va sempre bene? La risposta è semplicissima e si chiama inflazione. Se la moneta circolante è troppa, si crea inflazione. Da qui capiamo qual è in realtà il vero compito delle banche centrali: stabilire il giusto compromesso tra crescita ed inflazione cioè mettere in giro abbastanza denaro per che ci sia crescita, ma non troppo da generare inflazione. Se prima del Covid, le banche centrali erano delle colombe,  con l’arrivo della pandemia sono diventate delle super colombe, vale a dire che hanno messo in campo delle politiche tali da poter sostenere la ripresa.

Il costo di queste politiche è arrivato da qualche mese ed è un’inflazione veramente alta. Negli Stati Uniti abbiamo un’inflazione come non la si vedeva dal 1982 e in Europa non stiamo messi meglio. L’inflazione ha un impatto tremendo sia sulla produzione che sui consumi. Tutto costa di più e di conseguenza per le industrie è più difficile produrre e per i cittadini è più difficile comprare. Da quando è arrivata l’inflazione, le banche centrali hanno cominciato a fare quello che di solito fanno in questi casi: mentire a fin di bene. Prima hanno sostenuto che l’inflazione non esisteva, poi hanno sostenuto che era ininfluente e transitoria. Insomma hanno continuato a galleggiare in questo continuo negare prima l’inflazione in sé e poi la sua gravità. Però ad un certo punto hanno cominciato a divergere. La Banca Centrale Europea, la nostra, continua a sostenere che l’inflazione sia un fenomeno di poco conto e transitorio. Questo è qualcosa di molto vicino ad una menzogna spudorata. E molti stanno cominciando ad innervosirsi.

Un po’ falchi

La Federal Reserve, al contrario già da tempo ha cominciato ad ammettere che l’inflazione è un problema e che ha intenzione di contrastarla. Il rischio insito nell’atteggiamento della BCE è che l’inflazione in Europa diventi un mostro. Ricordiamo che secondo alcune stime, l’inflazione costerà mediamente nel 2022 circa 1.800 euro per ogni nucleo familiare italiano. In questi giorni praticamente tutte le banche centrali del mondo a cominciare dalla Federal Reserve degli Stati Uniti faranno sentire la propria voce. Ma in definitiva che cosa diranno? Parleranno con due facce come il Giano Bifronte. Lo scopo sarà uno solo: rassicurare tutti. Rassicurare le borse, che hanno ancora abbastanza propellente per crescere e rassicurare imprese e consumatori che l’inflazione non li sbranerà. Useranno mille artifici retorici per dire che stanno diventando un po’ meno colombe, ma che lo stanno facendo in modo dolce, lieve e che le borse neanche se ne accorgeranno.

Dall’altra parte, con l’altro volto, dovranno dire alle famiglie e alle industrie che stanno rendendo la politica economica restrittiva in modo abbastanza efficace da non fare impennare i prezzi più di tanto. Alla fine saranno soltanto una montagna di parole, ma saranno parole importantissime. Se le borse continueranno a crescere senza franare, vorrà dire che hanno raggiunto metà del risultato. Se l’inflazione comincerà a scemare avranno raggiunto l’altra metà del risultato. Se appaiono troppo falchi, l’inflazione non metterà nei guai il bilancio delle famiglie e le industrie potranno continuare a produrre a prezzi ragionevoli. Ma la contropartita sarà che le borse potrebbero franare perché i loro valori sono stati stragonfiati da anni di politiche accomodanti.

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L’altra possibilità è che appaiano troppo colombe e allora le borse continueranno a marciare, ma l’inflazione continuerà a crescere.

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Ecco perché la loro arte sarà quella del parlare doppio e delle dare la percezione (o illusione, come preferite) che abbiano trovato la miracolosa via di mezzo che non scontenta nessuno.

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