Ucraina, storica visita di Macron, Scholz e Draghi a Kiev: i tre leader europei incontrano Zelensky

I tre leader dei principali paesi europei in visita nella capitale ucraina. Per ribadire il comune appoggio di Roma, Parigi e Berlino al processo di adesione dell’Ucraina alla Ue.

Macron, Scholz e Draghi hanno voluto dare un segnale di unità che alla vigilia non era affatto scontato. Una mossa che ha irritato il Cremlino, col quale le posizioni rimangono a dir poco distanti.

La conferenza stampa comune dei leader di Romania, Italia, Ucraina, Francia e Germania – Meteoweek

Nella giornata di ieri c’è stata la visita storica a Kiev dei tre leader dei principali paesi europei (Francia, Germania e Italia). Emmauel Macron, Olaf Scholz e Mario Draghi si sono presentati insieme su un teatro di guerra (fatto inedito nella storia europea) per portare il loro “sostegno incondizionato” a Kiev. Con loro anche il presidente della Romania Klaus Iohannis.

I tre hanno annunciato il pieno appoggio all’entrata dell’Ucraina in Europa. Dopo essere giunti nella capitale ucraina in treno, i leader europei hanno visitato in mattinata Irpin, il sobborgo a nord ovest di Kiev diventato uno dei luoghi simbolo del conflitto.

Parigi, Berlino e Roma supportano l’adesione dell’Ucraina alla Ue

Nel palazzo del presidente ucraino Volodymir Zelensky ha avuto luogo il passaggio più strettamente politico. Zelensky chiede nuove armi per difendersi dall’invasione russa e chiede alle cancellerie europee di attivarsi per dare il prima possibile avvio al processo di adesione dell’Ucraina all’Unione europea.

La risposta dei leader europei è positiva. Francia, Germania, Italia e Romania sono a favore del riconoscimento di uno “status di candidato immediato all’adesione” dell’Ucraina alla Ue, affermano all’unisono Macron, Draghi e Scholz. Una posizione provoca le ire di Mosca: L’entrata dell’Ucraina nella Ue “è un grosso problema per la stessa Ue”, fa sapere all’AGI il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov.

Una conferma della distanza per ora incolmabile con la Russia arriva da Mario Draghi che in serata, incontrando i giornalisti in un albergo di Kiev, dichiara: “Zelensky chiede l’integrità territoriale dell’Ucraina” per iniziare i negoziati di pace, dice Draghi, ma Putin non vuole parlare né di pace, né di un cessate il fuoco e né di incontrare Zelensky, spiega il premier italiano.

Raid aereo a Sumy, continuano gli scontri nel Lugansk

Intanto, mentre le diplomazie si muovono, lo fanno anche le forze sul campo di battaglia. Con risultati tragici. Ieri mattina è giunta la notizia di quattro morti e sei feriti nella notte a causa di un raid aereo russo su Sumy, città nel Nord dell’Ucraina. L’attacco, ha riferito il governatore regionale, Dmytro Zhyvytskyi, è stato messo a segno nel distretto di Dobropillia.

Prosegue anche la durissima battaglia nel Lugansk. “La contesa feroce per il Lugansk continua e gli invasori russi stanno cercando di attaccare contemporaneamente da 9 direzioni diverse“. Lo rende noto, su Facebook, il comandante in Capo delle Forze Armate dell’Ucraina, Valeriy Zaluzhny. “Il nemico ha concentrato le sue principali risorse offensive nel Nord della Regione e sta sferrando contemporaneamente nove attacchi diversi”. È quanto si legge nel post in cui si rammenta, una volta ancora, la centralità strategica di Severodonetsk, “città chiave nel sistema di difesa dell’intero oblast di Lugansk”.

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