“Stop alle multe per fare cassa”, ecco la ricetta del Cav per fare pace col fisco

Il tema delle multe, come tutto ciò che va a toccare le tasche dei cittadini,  rappresenta da sempre un tasto sensibile (soprattutto in campagna elettorale). 

Berlusconi rilancia la questione della pace fiscale tra stato e cittadini. E polemizza con le amministrazioni che usano le multe per fare cassa.

“Nessuno vuole dare l’idea che non si debba multare una sosta in divieto o una infrazione al codice stradale ma se la violazione è avvenuta dieci anni fa e lo Stato non è riuscito a riscuotere la multa, buonsenso vorrebbe che si arrivasse ad un compromesso. Anche perché negli ultimi due-tre anni è cambiato il mondo. È successo di tutto. Due anni di pandemia e ora una guerra accompagnata da una congiuntura economica negativa che si preannuncia come molto grave, costituiscono una vera e propria emergenza. Un funzionario pubblico mi ha detto: è come se nel secolo scorso lo Stato avesse tentato di riscuotere nel 1946 una multa per divieto di sosta del 1939 con una guerra mondiale di mezzo. Sarebbe stato il colmo. E allora: il nostro Paese è un Paese che ha bisogno di ripartire, di tracciare una linea che segni un nuovo inizio e quindi può accettare che il passato possa essere liquidato pagando il 10-20% dell’ammontare della multa“.

È la nuova proposta lanciata dal leader azzurro Silvio Berlusconi, nella sua pillola quotidiana dedicata al programma elettorale in vista delle elezioni politiche del 25 settembre.

La proposta del Cav: un tetto alle multe

Il Cavaliere propone anche di mettere un tetto alle multe: “Ma anche per il futuro – chiosa il leader di Forza Italia – bisogna mettere un tetto alle ammende: non si può comminare ad un cittadino che guadagna 1200 euro al mese una multa di 200 euro”. Questo “anche perché molte delle multe riguardano cittadini che, nella gran parte dei casi, l’automobile la usano per andare al lavoro e per accompagnare i figli a scuola. Si deve passare da una logica di abuso a una logica di educazione, di prevenzione e di investimento”.

Tanto più insiste Silvio Berlusconi, che si tratta di “multe che spesso gli enti locali infliggono in una logica interessata, visto che le multe nei loro bilanci sono quasi considerate alla stregua di entrate fiscali“.

Ragion per cui, chiude la sua riflessione Berlusconi, “abbiamo chiesto ai Comuni di ridurre l’entità delle multe e che almeno la metà dei loro proventi sia spesa per asfalti, sicurezza, educazione stradale e non per rimpinguare le loro casse. Ecco, quindi, un altro punto del nostro programma”.

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