Marche, cosa c’è dietro la devastante alluvione? Il pericolo dei temporali autorigeneranti

Dieci morti e quattro dispersi: questa la conta delle vittime della violentissima alluvione che ha colpito le Marche. Un evento distruttivo frutto anche del cambiamento climatico, e che prende il nome di “temporale autorigenerante”.

Drammatica la situazione nelle Marche. Una violenta alluvione ha colpito le province di Pesaro-Urbino e Ancona, provocando dieci morti e quattro dispersi, tra cui due bambini. Si teme, però, che il numero di vittime possa essere addirittura maggiore. E fanno paura le immagini e i video dei devastanti allagamenti lasciati in mano al web. Si vedono fiumi di fango travolgere ogni cosa: auto, alberi, cassonetti, tutto viene spazzato via dai 400 mm di acqua caduti nel giro di pochissime ore. E le città sono ora in balìa di fiumi di detriti che raggiungono anche il primo piano delle abitazioni.

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Marche, cosa c’è dietro la devastante alluvione? Il pericolo dei temporali autorigeneranti – meteoweek.com

Della possibilità che eventi estremi e catastrofici potessero colpire anche il nostro Paese, però, se ne parlava già da diverso tempo. L’ennesimo campanello d’allarme lanciato dal cambiamento climatico, che si lascia quest’anno alle spalle un’estate da valori record. E sono proprio queste condizioni atmosferiche, lasciateci da una stagione rovente siccitosa da un lato, e dai mari anormalmente caldi dall’altro, che si prestano ad eventi improvvisi ed esplosivi come questi. Troppa l’energia in eccesso accumulata, ed è così che l’atmosfera poi la rilascia, per tornare a una sua condizione di equilibrio. Ed è così che vengono a crearsi i cosiddetti temporali autorigeneranti, come quello che ha colpito e sta tenendo sotto scacco le Marche.

Cos’è un temporale autorigenerante e come si forma?

È un “temporale autorigenerante” quello che ha colpito nelle score ore le province marchigiane. Come spiegato da Matteo Miluzio, ricercatore presso la missione Euclid dell’ESA e amministratore di “Chi ha paura del buio?”, si tratta di un temporale che invece di “invecchiare” e di esaurirsi riesce a trovare di continuo un rifornimento di energia, così da – appunto – autorigenerarsi. Energia, questa, che riesce a trovare sia per la vicinanza con il mare (estremamente caldo) che per le caratteristiche orografiche tipiche proprio del territorio in cui si è sviluppato. Con i suoi 400 mm di acqua caduti nel giro di pochissime ore, i terreni non sono stati in grado di assorbire l’enorme quantità di pioggia, innescando così quella che è stata una violenta alluvione lampo.

I dati che vengono forniti più nello specifico da Il Meteo.it fanno poi sicuramente riflettere. Si parla di accumuli estremi, tra Cantiano e Sassoferrato, di 418 mm di pioggia in 7 ore, di cui 350 in 4 ore. Cumulati, questi, che normalmente si hanno in 4/6 mesi. L’allerta, però, non è di certo finita. La Protezione Civile ha diramato un allarme per varie regioni d’Italia per tutta la giornata di oggi. A rischio maggiore sono le regioni del Centro-Sud, ma anche il Nordest e l’Adriatico. Sono proprio questi i settori, infatti, in cui si vanno a creare le configurazioni più pericolose per dei fenomeni così estremi.

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