Promossi e bocciati: ecco i voti ai leader della politica

Il pagellone delle elezioni politiche del 2022 tra leader in ascesa, grandi sconfitti e promesse future.

Finite le elezioni che daranno il via alla XIX Legislatura è tempo di dare i voti ai principali leader politici italiani e ai risultati che hanno raggiunto coi loro partiti in termini elettorali. Una sorta di pagella in stile fantacalcio che non vuole dare un giudizio sui programmi o sulle ideologie di partito, ma su come hanno saputo muoversi durante questi ultimi mesi che ci hanno portato al voto.

GIORGIA MELONI

La vincitrice assoluta è lei, colei che con tutta probabilità diventerà la prima donna presidente del Consiglio nella storia del nostro Paese. Ha superato gli avversari portando il suo partito a un risultato storico (si pensi che nel 2018 Fratelli d’Italia prese il 4,3%, nel 2013 era invece all’1,9%) ma non solo, ha nettamente schiacciato la concorrenza interna di Matteo Salvini sottraendogli voti addirittura nelle roccaforti venete della Lega e portando FdI a quasi il doppio dei voti degli alleati messi insieme. Meloni ha condotto una campagna elettorale capace di ribattere colpo su colpo agli attacchi del Centrosinistra, ma il vero merito è stato quello di essersi saputa distinguere in Parlamento ponendosi come l’unico partito che non ha governato in questi ultimi 10 anni. Il risultato elettorale è tutto suo, vediamo ora se saprà mantenere le promesse elettorali.
VOTO 8 E MEZZO

GIUSEPPE CONTE

Il Movimento 5 Stelle ha vissuto cinque anni di divisioni interne con pesanti scissioni, ha tradito tutte le sue idee e si è alleato con quasi tutto l’arco costituzionale, mettendo fine a quel senso di “purezza” che si era dato durante le prime campagne elettorali. Aveva inoltre dissipato quell’enorme consenso che l’aveva portato al 32,5% delle scorse elezioni e fino a pochi mesi fa era dato sotto al 10% dei consensi. Conte ha fatto una campagna elettorale improntata su Meridione e su promesse elettorali che l’hanno fatto risalire e permesso un risultato insperato. Il M5S è la terza forza politica in Italia, inoltre l’ex-presidente del Consiglio si è preso una bella rivalsa su Enrico Letta con il quale aveva chiuso i rapporti, ora il PD dovrà dialogare con lui per alleanze future.
VOTO 7

CARLO CALENDA

Difficile stabilire se l’addio alla coalizione di Centrosinistra abbia fatto bene o male a Azione e bisognerà vedere quanto terrà l’alleanza con Matteo Renzi, capace di cannibalizzare partiti e avversari, ma il suo esordio alle elezioni politiche è positivo e ha ampiamente superato il numero di eletti che poteva sperare di mettere in Parlamento. Il futuro è tutto da vedere, starà a lui.
VOTO 6 E MEZZO 

SILVIO BERLUSCONI

Nonostante non sia più quello del 1994, riesce ancora ad avere grande attrattiva sull’elettorato. Ma le sue uscite sono pessime come quella su Putin a Porta a Porta e sui social è più ridicolo che convincente, ma è riuscito a tenere botta nonostante gli addii eccellenti a Forza Italia e a dispetto di un’età molto avanzata e di una salute molto precaria. Vista però la sua condizione sarebbe forse ora di ritirarsi.
VOTO 6-

ENRICO LETTA

Una elezione partita già da sconfitto, privo di alleati validi e di motivazione da parte dei suoi stessi membri dipartito. Il Pd non ha saputo gestire le candidature agli uninominali in maniera valida e ha preso addirittura meno voti in totale rispetto al 2018 quando era guidato da Matteo Renzi. Le colpe sono tutte della sua segreteria e le dimissioni inevitabili.
VOTO 4

MATTEO SALVINI

Un vero e proprio disastro: perde la leadership del Centrodestra, porta la Lega ai minimi da dieci anni a questa parte, si fa rubare voti da FdI persino nella roccaforte del Veneto, le sue uscite sui social sono ridicole. Parla da anni sempre degli stessi argomenti che ormai non scaldano più gli elettori, perdipiù con lo stesso tono. La sua segreteria è anche messa in discussione dai membri del suo partito.
VOTO 2

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