“Pietro era come un automa, non riusciva a frenare. Fermati!”, poi la tragedia

Nuove impressionanti testimonianze degli amici di Pietro Genovese che erano con lui in macchina nel terribile schianto di Corso Francia a Roma, costato la vita a Gaia e Camilla.

Vengono alla luce nuove inquietanti testimonianze che cercano di spiegare l’esatta dinamica dell’incidente in Corso Francia a Roma costato la vita a Gaia e Camilla. E arrivano dai due amici di Pietro Genovese che erano in macchina con lui la sera dello schianto mortale. Si chiamano Tommaso Edoardo Fornari e Davide Acampora, il primo era seduto sul sedile posteriore del Suv, il secondo accanto a Pietro.

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“Fermati, ferma: ho sentito gridare questo quasi nello stesso istante in cui ho udito un fortissimo botto alla macchina. Pietro ha continuato a guidare per altri duecento metri circa ma aveva cambiato faccia. Era come un autonoma, non sembrava in sé, anzi sembrava proprio non capire più niente”. Questo il ricordo di quegli ultimi terribili momenti che hanno preceduto l’incidente. Le loro testimonianze a caldo sono state verbalizzate dai vigili e consegnate alla procura di Roma che ha fissato l’interrogatorio dei due amici di Pietro il giorno dopo il suo. Il ventenne accusato di duplice omicidio stradale con l’aggravante della guida in ebrezza alcolica sarà interrogato il 2 gennaio, i suoi due amici il 3.

Il Suv di Pietro Genovese

Le testimonianze di Tommaso e Davide, amici di Pietro Genovese. Il Gip ne ha tenuto conto nella decisione di misura cautelare ai domiciliari per l’investitore

La ricostruzione fatta a caldo dai due amici di Pietro Genovese è stata uno dei motivi per cui la Gip Bernadette Nicotra che ha disposto i domiciliari di Genovese, nelle 9 pagine di ordinanza ha sottolineato, tuttavia, “la condotta vietata e incautamente spericolata” di Gaia e Camilla che attraversando il quel modo, a semaforo rosso, di notte e con la pioggia hanno “così concorso alla causazione del sinistro mortale”.

Un concorso di colpa che stanno tentando di evitare i legali dei genitori di Gaia e Camilla, tanto che a quanto ricostruito da loro, e ci sono testimoni pronti a dirlo, le due studentesse sedicenni erano sulle strisce pedonali. Circostanza che il Gip ha lasciato in forma dubitativa nell’ordinanza: “le ragazze attraversavano presumibilmente senza far uso dell’attraversamento pedonale” ma “la circostanza non risulta accertata”.

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Sembra invece scontato che il semaforo era verde per il conducente del suv. Per tentare di ricostruire la verità è stato disposto il sequestro delle telecamere di un ristorante che si trova nel punto esatto dell’impatto. L’avvocato Giulia Bongiorno, difensore dei genitori di Gaia Von Freymann, ha nominato un consulente per iniziare le indagini difensive.

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