Autostrade, quanto costa allo Stato la revoca della concessione

Una norma del decreto Milleproroghe impone allo Stato un indennizzo tra sei e otto miliardi ad Autostrade. Il risparmio ammonterebbe a circa quindici miliardi.

sede autostrade

Continua il braccio di ferro tra il gruppo Autostrade e lo Stato per la gestione della concessione sulle reti autostradali. E vengono fuori le cifre che potrebbero essere quelle definitive, qualora il Governo revocasse la suddetta concessione. Com’è normale che sia, una eventuale revoca costerebbe caro alle casse nazionali. Tuttavia, la recente approvazione del decreto Milleproroghe consentirebbe allo Stato di risparmiare un bel po’ di denaro.

Si aggira infatti tra i sei e gli otto miliardi di euro il risarcimento previsto nei confronti del gruppo Atlantia. Sarebbe comunque il modo per interrompere il rapporto tra lo Stato e l’Aspi, la società gestita dalla stessa Atlantia che monitora lo stato delle nostre autostrade. Si tratta di una cifra che riguarda l’indennizzo totale dei ricavi previsti dall’azienda fino alla fine della concessione nel 2038. Ma come detto, questa cifra sarebbe comunque nettamente inferiore a quella inizialmente prevista dalle regole in vigore prima dell’attuazione del Milleproroghe.

Luigi Di Maio – meteoweek.com

Stando agli accordi iniziali, infatti, un’eventuale revoca della concessione avrebbe fruttato alle casse di Autostrade per l’Italia ben 23 miliardi. Il contenzioso è però ancora in corso, visto che Atlantia non vorrebbe perdere i restanti quindici miliardi. Dal canto suo, il ministro degli Esteri Luigi Di Maio spinge per revocare la concessione alla famiglia Benetton. La cifra emersa dai primi rilievi, quella che si aggira tra i sei e gli otto miliardi, riguarda il rimborso delle opere già realizzate da Atlantia, più altre penali.

La pressione da parte del Governo potrebbe in ogni caso portare a un cedimento nella trattativa da parte di Atlantia. Nonostante la richiesta di non modificare l’accordo vigente, infatti, il gruppo dei Benetton vuole scongiurare l’ipotesi di fallimento. E allora ecco che potrebbe tornare buona la possibilità di intascare il denaro previsto dal Milleproroghe.

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