Strage di Erba: Rosa lascia Olindo per un altro ergastolano. E viene ucciso

Rosa Bazzi e Olindo Romano sono la coppia conosciuta per aver preso parte alla strage di Erba, a seguito della quale stanno scontando l’ergastolo. I due, però, non sono più insieme, tanto che Rosa si era trovata un nuovo compagno in carcere. 

 

Rosa Bazzi si era trovata un nuovo amore, in questi anni trascorsi in carcere di Bollate. Si trattava di un ergastolano, Marco Alberti, un uomo di 60 anni che si trovava in regime di semilibertà. Il 16 dicembre scorso, però, Alberti è morto dopo essere stato investito da un’auto. E al sopraggiungere della notizia, a Rosa Bazzi si è spezzato il cuore.

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La nuova relazione di Roba Bazzi: “con Olindo è finita”

Rosa Bazzi era follemente innamorata di Marco Alberti, ergastolano come lei ma in stato di semi-libertà grazie alla buona condotta. Un uomo che ha trovato la morte sull’asfalto, dopo essere stato investito da un’auto a Corsico, nell’hinterland milanese.

Al momento dell’uccisione, l’ergastolano stava percorrendo a piedi la statale 494. A colpirlo era stata l’auto di un ragazzo di 30 anni che, subito dopo l’incidente, si era fermato a soccorrerlo. Le ferite riportate, però, erano troppo gravi, e il 60enne è poi morto in ospedale.

Una volta venuta a conoscenza della notizia, Rosa si “è disperata”. “Con Olindo è finita…”, riporta infatti Il Giornale, che racconta di come la donna avrebbe lanciato un grido di dolore per la morte del detenuto di cui sarebbe stata innamorata.

Rosa Bazzi

Chi era Marco, il nuovo compagno di Rosa

Rosa e Marco si erano conosciuti in carcere, dopo che la donna aveva iniziato a lavorare come volontaria presso la sezione maschile del carcere di Bollate. L’uomo venne ritenuto colpevole di aver ucciso il pregiudicato trentino Antonio Panazzo nel 1998, con tre colpi di pistola.

A seguito dell’omicidio, Alberti ne bruciò il cadavere e ne occultò i resti gettandoli in una discarica in provincia di Verona. Il criminale venne incastrato dagli inquirenti dopo due anni dall’inizio delle indagini, a seguito dell’identificazione del cadavere di Panozzo.

Una volta arrestato, tuttavia, Alberti chiese uno sconto di pena diventando collaboratore di giustizia, ma venne condannato all’ergastolo. Solo nell’estate del 2019 era riuscito ad ottenere la semi-libertà, grazie alla sua buona condotta.

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