Alunni divisi tra ricchi e poveri non solo a Roma, tutta l’Italia è classista

Non solo la scuola di Via Trionfale a Roma. Le differenze sociali ci sono in tutta Italia, e il ministro dell’Istruzione le richiede. Ricchi e poveri sempre più divisi.

I bambini sono tutti uguali?

Chissà se i bambini nel loro candore potrebbero mai anche solo immaginare di non essere uguali tra loro. Lasciamo che non lo pensino, non raccontiamogli la vera storia dell’Istruzione in Italia, potrebbero non capire. Ha fatto scalpore la scuola romana di Via Trionfale, ma dopo un’attenta ricerca si scopre che ciò che succede nella Capitale non è altro che la ‘norma’ italiana. Ieri è scattata una protesta di fronte all’Istituto Comprensivo a Roma, reo di avere ‘classificato’ gli allievi in base alla loro situazione economica. “Ho due figli: uno è iscritto nel plesso Assarotti, quello con un ceto definito medio-basso e l’altro alla sede di via Taverna con un ceto medio-alto. Se davvero ci fosse questa distinzione sarei forse un pazzo” era stata la dichiarazione di Francesco D’Anzilio, presidente del consiglio di istituto dei genitori del Comprensorio nel mirino di politica e media.

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La triste realtà è che tutte le scuole si auto valutano e si propongono alle famiglie anche in funzione del contesto sociale in cui sono inserite. E’ quanto dovrebbe prescrivere il ministero dell’Istruzione, altrimenti sarebbero tutti pazzi e classisti, ma non è così. In via Trionfale a Roma si classificano gli allievi in ceto “medio basso”, “medio alto”, “dell’alta borghesia” o dei figli “di colf e badanti”, ma in altri posti si fa anche peggio.

Il Complesso ‘incriminato’ a Roma

Bambini ricchi da una parte, i poveri dall’altra. La mappa delle scuole ‘classiste’

Esistono altre realtà in Italia dove le auto valutazioni hanno i connotati delle differenze di classe. Basta curiosare online sul sito ‘Scuole in chiaro’ gestito dal Ministero dell’Istruzione, la piattaforma che permette di valutare e confrontare ogni singolo istituto scolastico italiano. E ne scoprirete delle belle.

Torino

La scuola Sant’Anna, ha un “livello socio-economico degli studenti medio-basso, poiché vi è una consistente presenza di alunni che provengono da contesti svantaggiati”. Meglio tenere da una parte gli stranieri sotto la Mole perchè: “la cospicua presenza di alunni stranieri rallenta e rende più difficoltosi gli apprendimenti”.

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Milano

Al Ciceri Visconti “Il contesto socio-economico di provenienza degli studenti è medio-alto ma si evidenziano alcune situazioni di famiglie svantaggiate” e “una cospicua presenza di alunni con cittadinanza non italiana (circa il 25% del totale degli iscritti) soprattutto di origine cinese”. Dunque?

Verona

Al Nogarola Isotta “Il contesto socio-economico è medio-alto” e “offre le seguenti opportunità: servizi ed infrastrutture in misura notevole, background culturale elevato, possibilità economiche”. Ci sono gli stranieri ma sono solo “il 12% della popolazione“ e “molti sono di seconda generazione e non necessitano di alfabetizzazione, dimostrando già integrazione con compagni e contesto”.

E tanti altri sono gli esempi che si possono trovare nel sito Istituzionale. Tanto per poter dire che la scuola di Via Trionfale a Roma è in buona compagnia. Chissà cosa ne penserebbero i bambini.

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