Omicidio Polizzi, la madre: “Perchè l’assassino di mio figlio è libero?”

Manifestazione a Roma con Daniela Ricci in merito all’omicidio Polizzi. Mostrati cartelloni con il corpo martoriato del giovane ucciso.

Daniela Ricci non ci sta e continua a chiedere giustizia per il proprio figlio, Alessandro Polizzi. La notizia dei giorni scorsi è legata al ritorno in libertà di Riccardo Menenti. L’uomo, sette anni fa, uccise a sangue freddo il giovane in quel di Perugia. La sentenza di ritorno in libertà del killer ha mandato su tutte le furie la famiglia. Dunque si riapre uno squarcio relativo all’omicidio Polizzi, con annesse ripercussioni.

La madre di Alessandro è tornata a protestare, alla ricerca di giustizia nei confronti del figlio. E così, Daniela Ricci si è recata a Roma, davanti all’edificio della Cassazione, contestando la decisione presa in merito alla sorte dell’esecutore dell’omicidio Polizzi. Una manifestazione alla quale ha preso parte tutta la famiglia Polizzi, con immagini forti con cui la donna cerca di sensibilizzare gli inquirenti.

Riccardo e Valerio Menenti, imputati per l’omicidio Polizzi – meteoweek.com

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E così, insieme ai cori con i quali invoca giustizia, Daniela Ricci ha deciso di mostrare alcuni striscioni e gigantografie. Queste presentano il corpo martoriato di Alessandro Polizzi. Ricordiamo che Riccardo Menenti, dopo essere stato condannato a scontare l’ergastolo, è stato rimesso in libertà nei giorni scorsi. La motivazione fornita dagli inquirenti riguarda la decorrenza dei termini rispetto all’ultima sentenza, che avrebbe dovuto arrivare a giugno dello scorso anno. Così, per il momento, l’uomo è stato rimesso in libertà.

È vergognoso, mi devono dire perché – dice Daniela Ricci durante la manifestazione – . Voglio sapere perché l’assassino di mio figlio è fuori, libero, dopo essere stato condannato all’ergastolo“. Riccardo Menenti, oltre ad aver ucciso Alessandro Polizzi, ha anche tentato di uccidere Julia Tosti. La parola passerà ora proprio alla Cassazione, che dovrà esprimersi per confermare la condanna all’ergastolo oppure modificarla.

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