Coronavirus, le nuove misure della Cina per la provincia di Hubei

60 milioni di persone potranno uscire solo per le emergenze e non potranno usare le auto. Stretta del Governo di Xi Jinping sulla provincia di Hubei.

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Il Governo cinese ha messo in atto una serie di nuove misure di sicurezza per contrastare l’epidemia del Coronavirus. Ed è in particolare la provincia di Hubei a essere interessata in maniera più forte da queste misure. Questa provincia è il vero epicentro dell’epidemia, pertanto si cerca di ridurre il più possibile il contagio tra esseri umani. E allora ecco che attraverso i diktat del premier Xi Jinping arrivano nuove limitazioni nella vita di tutti i giorni, che va diventando sempre più aspra e difficile da condurre per gli abitanti della provincia.

Ben 60 milioni di persone non potranno uscire di casa, se non per situazioni di emergenza. E soprattutto non potranno muoversi attraverso le auto private. Sono state emesse delle eccezioni, come nel caso di una sola persona per famiglia che potrà uscire di casa, per poter acquistare viveri e altri beni di prima necessità. Si tratta di una misura di sicurezza a dir poco drammatica, ma quasi obbligata per gli abitanti della provincia di Hubei. A prenderla è stato proprio Xi Jinping, proprio nelle ore in cui si è saputo che il presidente era a conoscenza dell’epidemia dal 7 gennaio scorso.

Lo stesso Xi Jinping ha deciso di prendere delle misure, come si legge sulla rivista Qiushi, la più importante redatta dal Partito comunista. Qui si legge che il presidente era pronto ad adottare “misure adeguate per frenare la diffusione dell’epidemia“. Si tratta di istruzioni verbali e scritte date di continuo dal premier, il quale ha ordinato personalmente la messa in quarantena degli abitanti della provincia di Hubei. Ma c’è chi sostiene che questa mossa sia dettata più dalla necessità di respingere le critiche, che non per la reale portata di questa epidemia.

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E nel frattempo arrivano dichiarazioni piuttosto forti, da parte di specialisti della legge. Come nel caso di Xu Zhangrun, professore di diritto dell’università di Tsinghua, il quale non le manda a dire al governo cinese. “L’epidemia di coronavirus ha rivelato il marcio profondo della governance cinese – ha dichiarato – . Il livello dell’ira popolare è vulcanica e la gente infuriata potrebbe, alla fine anche gettare via le paure. Non si può più restare in silenzio davanti a questa lunga serie di azioni“.

In particolare, Xi Jinping è accusato di essere intervenuto in maniera tardiva sull’epidemia. Anche perchè, se prima aveva incaricato Li Keqiang di dirigere la task force di coordinamento, ora è sempre più in prima fila. E questa sua esposizione rischia anche di portare dei danni abbastanza gravi sul piano economico, come si è già visto dall’andamento della borsa in Cina.

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