Adam Driver | le tappe fondamentali di una carriera incredibile

Adam Driver, reduce dal successo di Storia di un Matrimonio, interpretazione che gli è valsa una candidatura agli Oscar come miglior attore protagonista (riconoscimento che, dicono in molti, avrebbe dovuto vincere), ha saputo costruirsi una carriera fatta di ruoli in piccoli film indipendenti e di comparse in produzioni ad alto budget (come Star Wars). Scopriamo i suoi ruoli migliori.

Ecco quali sono secondo noi i ruoli migliori di Adam Driver, oltre ovviamente a quello di Charlie Barber in Storia di un Matrimonio di Noah Baumbach.

Hungry Hearts (2014)

Va dato atto a Saverio Costanzo, adesso al lavoro sulla serie televisiva de L’Amica Geniale, di aver capito prima di altri il talento di Adam Driver, tanto da sceglierlo per il ruolo principale di un suo film già nel 2014 (si tratta della prima prova da protagonista dell’attore). Jude e Mina si conoscono fortuitamente all’interno di un ristorante cinese. I due si innamorano e iniziano a convivere insieme, fino ad una inaspettata sorpresa: la giovane è incinta. Mina, dopo essersi consultata con una chiromante, si convince che suo figlio sarà un bambino speciale e decide di “proteggerlo” nutrendolo solo con frutta e verdura. Una storia morbosa diretta in maniera magistrale da Costanzo, un regista che, prima o poi, meriterebbe di confrontarsi con il genere horror.

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Paterson (2016)

Quello di Jim Jarmusch non è semplicemente un film sulla poesia e su di un’autista di bus (Driver, ovviamente) con la passione per la poesia. Ma è un film che cerca di adottare lo stesso linguaggio della poesia, tanto da farsi inconsumabile, impalpabile, dotato di un misterioso fascino che è difficile da spiegare a parole. È un film che vive di piccolissimi momenti, che sembrano immensamente rilevanti solo per il modo in cui Jarmusch li mette in scena. Adam Driver, nel ruolo di un personaggio che fa di cognome Paterson come il paesino in cui abita, appassionato dei componimenti di William Carlos Williams (la cui raccolta più famosa è ovviamente Paterson), dimostra la sua immensa bravura in un ruolo tutto recitato in sottrazione.

Silence (2016)

Considerato da molti uno dei film minori di Martin Scorsese, in realtà Silence affronta direttamente un tema che è comunque sempre presente in tutta la filmografia del maestro americano, quello della fede. È il Padre Francisco Garupe interpretato da Adam Driver, ancora più del suo compagno missionario Andrew Garfield, in teoria il personaggio principale della narrazione, a prendersi sulle spalle la fatica dell’evangelizzazione, a sopportare un martirio prima di tutto spirituale e solo successivamente fisico. Ci si rende conto di quanto Silence riesca a lavorare sotto pelle, nel momento in cui anche lo spettatore, come i protagonisti del film, comincia ad attendere un segnale dall’alto. A crederci davvero.

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L’uomo che uccise Don Chisciotte (2018)

Quello di Terry Gilliam è stato definito un film “maledetto”, a causa della produzione trentennale più volte fermata e ripartita con attori diversi. Anche il film finale, in realtà, racconta una storia che sembra essere sempre sul punto di partire, ma che è solo un susseguirsi di impeti inutili destinati ad essere soppressi. Adam Driver è una spalla perfetta per il delirante Don Chisciotte di Jonathan Pryce e Gilliam lo riprende quasi sempre in grandangolo per riuscire a contenere la sua altezza nelle inquadrature.

BlacKkKlansman (2018)

Adam Driver nel formidabile film di Spike Lee interpreta l’agente Flip Zimmerman, agente sotto copertura all’interno di una cellula di suprematisti bianchi collegati con il Ku Klux Klan. Ad affidargli questo pericolo incarico è un suo collega afroamericano che coordina le operazioni ma, per ovvie ragioni, non può condurre di persona la attività sul campo. Anche in questo caso il minimalismo di Driver è perfetto in un contesto in cui chi gli sta attorno fa invece di tutto per sembrare sopra le righe.

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