Rifiuti: sei arresti nel Gargano per traffico illecito di rifiuti

I provvedimenti di custodia cautelare sono stati eseguiti nei confronti di sei persone già in carcere.

Rifiuti seppelliti nel Parco

Mattinata di lavoro per i Carabinieri del Nucleo operativo ecologico (NOE) di Bari e del Comando provinciale di Foggia che dall’alba di questa mattina stanno eseguendo una serie di ordini di custodia cautelare nei confronti di persone accusate di avere smentito rifiuti pericolosi all’interno del Parco nazionale del Gargano.

Leggi qui -> Blitz a Palermo: la Dia sferza un duro attacco al mandamento Arenella

Sei provvedimenti di custodia cautelare

Si tratta dell’ennesima indagine sul traffico illecito di rifiuti all’interno dell’area protetta, una delle più belle in Italia per il suo valore ambientale, naturale e paesaggistico. Stando alle indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Bari e della direzione distrettuale antimafia le persone raggiunte dal provvedimento di custodia cautelare avrebbero smaltito i rifiuti scavando alcune fosse e sfruttando avvallamenti del terreno per poi sotterrare scorie pericolose.

La Procura di Bari ha fissato in mattinata una conferenza stampa nel corso della quale verranno forniti i dettagli dell’operazione.

Leggi qui -> Traffico illecito di rifiuti a Palermo | 15 persone arrestate

A novembre un sequestro e un arresto

Non si tratta certo della prima operazione di questo tipo nel Gargano. A novembre un’altra operazione congiunta tra i Carabinieri del NOE e la Guardia Costiera di Manfredonia e di Lesina aveva individuato una vasta area di quasi duemila metri quadrati adibita allo stoccaggio di rifiuti pericolose.

Nei fossati scavati nella zona di Acquarotta, all’interno del territorio comunale di di Lesina, i Carabinieri avevano trovato di tutto… vernici, solventi, lastre di Eternit abbandonate e in gran parte sgretolate senza alcuna cautela e materiale di tipo edile. In quell’occasione le indagini riferirono che i materiali erano i residui di uno smaltimento seguito a una ristrutturazione edile.

L’inquinamento della zona causato dalle dispersioni di amianto, notoriamente cancerogeno, fu definito estremamente grave. Tutta l’area fu sequestrata e nell’ambito della stessa operazione venne eseguito un ordine di custodia giudiziaria nei confronti di un funzionario dell’ufficio tecnico dell’Ente Civico.

 

Impostazioni privacy