Gravi le condizioni di salute di Raffaele Cutolo, l’ex boss della Camorra al 41 bis

Si aggravano le condizioni di salute di Raffaele Cutolo: il boss della Nuova camorra organizzata, che ha insanguinato le strade di Napoli e della provincia soprattutto negli anni Ottanta

Il boss della Nuova camorra organizzata Raffaele Cutolo è stato trasferito d’urgenza all’ospedale di Parma per un improvviso aggravamento delle sue condizioni di salute. Il boss di Ottaviano e dell’area vesuviana, condannato a vari ergastoli, è detenuto in regime di carcere duro proprio nella città emiliana.

I fatti

Cutolo è stato trasferito d’urgenza all’ospedale di Parma – si trova ovviamente nel reparto riservato ai detenuti – proprio per il peggioramento della sua salute; non è chiaro, però, lo stato attuale delle condizioni del boss di Ottaviano e dell’area vesuviana.

Cutolo è detenuto proprio nel carcere di Parma: condannato a 4 ergastoli, si trova dal 1995 in regime di carcere duro.

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Il legale di Cutolo, l’avvocato Gaetano Aufiero, ha preparato istanza per chiedere che la moglie e la figlia del boss possano fargli visita in ospedale: “Ieri ho riscontrato da parte de carcere e da parte dell’ospedale grandissima civiltà e disponibilità a fornirmi le notizie ho poi comunicato ai familiari” ha detto l’avvocato. Lo scorso settembre, inoltre, a quanto apprende Fanpage.it, il legale ha impugnato il regime di 41 bis ed è in attesa che il Tribunale di Sorveglianza di Roma fissi una udienza.

Il tentativo di uscire dal carcere

La scorsa estate, intervistato dal quotidiano Il Mattino, era stato proprio Raffaele Cutolo a parlare della sua detenzione e del regime carcerario del 41 bis al quale è sottoposto, come detto, dal 1995: “Ho sbagliato, lo riconosco, ma che senso ha ridurmi in questo stato?” aveva dichiarato il boss della Nuova camorra organizzata. In segno di protesta, nel corso della intervista Cutolo aveva riferito anche di aver rinunciato all’ora d’aria.

Chi è Raffaele Cutolo?

Raffaele Cutolo nasce nel 1941 a pochi passi dal Castello mediceo di Ottaviano, da genitori contadini. A soli 22 anni commette il suo primo omicidio per una questione d’onore. Dopo tre anni entra in carcere. Qui, con brevi periodi di latitanza, passerà l’intera sua vita, e da qui inizierà a lavorare al suo progetto criminale.
 
Cutolo formò un’associazione criminale sul modello di quella calabrese e siciliana, con una precisa data di fondazione: il 24 ottobre del 1970. I simboli, i rituali, le cerimonie erano fondamentali per ricostruire la “vera camorra”, ovvero una organizzazione che, secondo Cutolo, si sarebbe dovuta presentare come non individualistica, ma come una grande famiglia, rispettata e temuta, capace di aiutare e mantenere tutti i suoi affiliati, che, da fatto individuale, si trasformasse in una temuta macchina criminale.
 
«La camorra-organizzazione venne formalmente ricostruita, ad oltre 70 anni dalla sua decretata fine. Era anche la camorra-massa: disoccupati, giovani sottoproletari, detenuti, in carcere per piccole rapine o furti isolati, pronti a fare il salto di qualità nel crimine organizzato. La NCO rappresentò il loro senso di identità sociale», scrive Gigi Di Fiore nel suo «La camorra e le sue storie. La criminalità organizzata a Napoli dalle origini alle ultime guerre».
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