Di Battista: “L’Italia alzi la voce con L’Eurogruppo. Prima di tutto il coronavirus”

Alessandro Di Battista attacca l’Unione Europea: in un post su Facebook firmato insieme a Barbara Lezzi ed Ignazio Corrao critica duramente la decisione di inserire il coronavirus al terzo punto della discussione dell’Eurogruppo del prossimo 16 marzo. E chiede al Parlamento italiano uno scatto in avanti.

Alessandro Di Battista

“Assurdo: prima l’approvazione del Mes, poi il backstop per mettere al sicuro le grandi banche e infine, se resta tempo, l’emergenza coronavirus. Questo è l’ordine del giorno dell’Eurogruppo che si terrà lunedì. Tanto per rendere chiaro a tutti l’ordine di priorità delle cose. Non è accettabile. L’Italia deve avanzare una sola richiesta: lo stralcio della discussione sul Mes e l’inserimento, come unico punto possibile, dell’emergenza coronavirus”. L’attacco è netto, deciso: il coronavirus deve essere il punto centrale della discussione. Così Alessandro Di Battista in un post co-firmato con Barbara Lezzi e Ignazio Corrao, pone le priorità rispetto alla riunione dell’Eurogruppo che si terrà lunedì prossimo.

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“Non è accettabile. L’Eurogruppo ha il dovere di discutere e assumere decisioni rispetto agli aiuti necessari al nostro Paese e al resto d’Europa in questo momento di emergenza. Rafforzare i sistemi sanitari, sostenere gli investimenti pubblici e privati e introdurre sistemi di indennizzi per le imprese costrette alla chiusura o che hanno perso quote significative di ricavi a causa del coronavirus” aggiunge Di Battista nel suo post: “Le emergenze sono veloci, non attendono le macchinose procedure europee. È il momento di adeguare l’azione dell’Europa alle richieste dei cittadini europei”. Infine, la richiesta netta al Parlamento italiano: se l’ordine del giorno rimane questo, non ratifichi: L’ordine del giorno dell’Eurogruppo del prossimo 16 marzo 2020 è da considerarsi, da parte dell’Italia, oltraggioso. L’unica risposta possibile è, dunque, un rigetto ancor più rigido e radicale (che andava già fatto a prescindere dalla tempistica) del trattato da parte del nostro Stato, che è il terzo “azionista-contributore” (17.9% equivalenti a circa 16.3 miliardi di euro) di un fondo a cui potrebbe accedere solo a determinate e onerose condizioni. Questa riforma, di fatto, va a peggiorare un meccanismo già negativo per i nostri interessi nazionali” argomenta Di Battista, che poi conclude: “L’Italia deve avanzare una sola richiesta per il prossimo Eurogruppo: lo stralcio della discussione sul MES e l’inserimento, come unico punto possibile, dell’emergenza coronavirus. È chiaro che, se così non fosse, spetterà al Parlamento italiano porre la parola fine a questa discussione non approvando la ratifica”.

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