Italia in ‘zona sicurezza’: come muoversi nella giungla del decreto

Da oggi l’Italia è tutta zona rossa ed è già scoppiato il caos, a partire da questa notte quando ignari cittadini hanno assaltato i supermercati. Come muoversi nella giungla del decreto. 

Occorre prendere un bel respiro, sedersi sul divano, e fare un pò di ordine. Il divano, del resto, è ciò che più consigliano gli esperti per evitare il contagio da coronavirus. Da oggi tutta Italia è zona rossa, anzi da oggi è ‘zona sicurezza’, e le misure restrittive sono aumentate, ma non tutti hanno ancora capito bene che cosa dovrà fare da oggi e fino almeno al 3 aprile. E allora veniamo in soccorso dei nostri lettori con un vademecum delle cose da fare e da non fare nella giungla dei decreti.

Fondamentale per chi si sposta: l’autocertificazione

Come sapete sono vietati tutti gli spostamenti, chi ha necessità di uscire di casa deve giustificarlo. Per superare la restrizione occorre l’autocertificazione . Chi non può scaricarlo e stamparlo può copiare il testo su un foglio e portare la dichiarazione con sé. Qualcuno sta già speculando. lo abbiamo visto con i nostri occhi, vendendo il modulo al prezzo di 1 euro e 50. Se dovete compiere sempre lo stesso spostamento può utilizzare un unico modulo spiegando che si tratta di un impegno fisso. Lo stesso per chi ha esigenze familiari che si ripetono ogni giorno oppure a scadenze fisse e dunque può indicare la frequenza degli spostamenti usando un unico modulo. Se si viene fermati si può fare una dichiarazione verbale che le forze dell’ordine trascriveranno: poi ci saranno verifiche successive. Dunque, inutile dirlo, occorre dire la verità.

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Autocertificazione: cosa significa ‘comprovate esigenze di lavoro’

Come scritto si può uscire per andare a lavorare: basta scriverlo nell’autocertificazione. Bisogna dimostrare le esigenze che non consentono lo smart working , dunque occorre alle forze dell’ordine che l’azienda per cui sim lavora non contempla la modalità smart working e quindi è impossibile evitare la presenza fisica in ufficio, in azienda, in studio. Il governo scrive che «è comunque consigliato lavorare a distanza, ove possibile, o prendere ferie o congedi. Senza una valida ragione, è richiesto e necessario restare a casa per il bene di tutti».

Come saremo controllati

Non sono previsti per ora posti di blocco fissi per impedire ai cittadini di muoversi, ma ci saranno controlli da parte di Polizia municipale e forze di polizia.

Decreto ‘Io resto a casa’. Come muoversi in ‘zona sicurezza’. Il medico di base

Si può uscire per andare dal medico, fare analisi ed altri esami diagnostici e controlli, fermo restando che nel caso in cui si temesse di aver contratto il virus, non bisogna in nessun caso andare al pronto soccorso: bisogna chiamare i numeri verdi regionali. Chi ha 37,5 di febbre non deve uscire di casa. Chi risulta positivo a Coronavirus o è in quarantena ha il divieto assoluto di uscire di casa.

Se i malati sono i familiari

Si può uscire per assistere un familiare malato e si può uscire per andare a riprendere i figli in caso di separazione. Come spiegato bene dal viceministro della Salute, Pierpaolo Sileri: «Se io abito in un’altra città e ho una mamma di 90 anni senza assistenza domiciliare che vive in una delle zone di sicurezza naturalmente posso invocare questo buon motivo per raggiungerla, anche se poi dovrò stare attento a rispettare le misure anti-contagio. Ma se i miei genitori, pur anziani, stanno bene, non potrò raggiungerli violando le zone di sicurezza perché preso dalla nostalgia di casa. Si rischia d’incorrere in una sanzione penale».

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Il dubbio dei dubbi: fare la spesa

Si può uscire per fare la spesa per i prodotti alimentari, a partire dal pane, i negozi di alimentari sono aperti: se un gestore, però, decide di chiudere, può farlo. Ok anche per tutti gli altri prodotti ma solo in caso di stretta necessità. I negozi sono aperti e dunque qualsiasi spesa è consentita. L’importante è mantenere la distanza di sicurezza di almeno un metro. Le farmacie sono aperte tutta la settimana e, dentro i centri commerciali, anche il sabato e la domenica.

I bar e i ristoranti

Sono aperti tutti i giorni, ma solo fino alle 18. L’attività può  proseguire oltre gli orari di chiusura al pubblico solo con le consegne a domicilio. Anche i pub rientrano in questa categoria: «il divieto» di apertura «previsto nel decreto riguarda lo svolgimento nei pub di ogni attività diversa dalla somministrazione di cibi e bevande»: quindi i pub possono continuare a vendere cibi e bevande sospendendo attività ludiche ed eventi ricreativi. I bar e i ristoranti degli alberghi possono somministrare cibo e bevande ai clienti degli hotel anche dopo le 18.

Musei, teatri e cinema

Sono chiusi, in tutta Italia, fino al 3 aprile.

I mezzi pubblici funzionano regolarmente.

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Scuola, asili e università

Il primo stop era previsto fino al 15 marzo. Ora tutte le scuole, dal nido all’università, sono chiuse fino al 3 aprile. Potranno essere svolti esami e sessioni di laurea, con modalità a distanza o adottando «precauzioni» medico-sanitarie (distanza di un metro). Il ricevimento di studenti, i corsi di dottorato, i test di immatricolazione potranno essere svolti regolarmente.

Rapporti interpersonali da Comune a Comune

E’ possibile muoversi solo per i motivi indicati sopra, quindi non per andare, per esempio, a trovare fidanzato/a o amici se essi si trovano in comuni diversi dal vostro. Il viceministro della Salute, Pierpaolo Sileri: «Se vivo a Roma e ho la fidanzata a Milano, non potrò andare da lei. L’amore, in questo periodo, deve lasciare il passo al rispetto delle regole. È bene che tutti lo capiscano».

Fare sport all’aperto

Bloccati tutti i campionati e per tutti gli sport. È consentito andare a correre al parco (a meno che i singoli comuni non decidano di chiuderli) e fare altri sport all’aperto purché si stia a distanza dagli altri: la parola d’ordine è sempre minimizzare i contatti sociali, lo ha detto molto chiaramente il premier Conte: il senso dell’intero decreto si compendia nella frase: «Io resto a casa».

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Matrimoni e funerali e messe

In tutta Italia sono sospese tutte le manifestazioni e gli eventi, anche se svolti in luoghi chiusi ma aperti al pubblico. Tutte le cerimonie civili e religiose, compresi i funerali, sono sospese. Le messe e le preghiere delle altre confessioni religiose sono sospese. I luoghi di culto restano aperti, ma devono essere evitati assembramenti.

Il turismo

Il governo è stato chiaro: «Sull’intero territorio nazionale gli spostamenti per motivi di turismo sono assolutamente da evitare. I turisti italiani e stranieri che già si trovano in vacanza debbono limitare gli spostamenti a quelli necessari per rientrare nei propri luoghi di residenza, abitazione o domicilio».

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