Coronavirus, la ministra Azzolina: “Anno scolastico? Non lo allungheremo”

Una delle emergenze da gestire in questa situazione è l’anno scolastico. Tra il dubbio se allungarlo o meno e le difficoltà ad immaginare gli esami di fine anno, la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina prova a fare chiarezza.

Scuole chiuse, alunni e docenti a casa. L’anno scolastico potrà essere concluso regolarmente?  La ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina non sembra pessimista: “Ci sono studenti e docenti che stanno facendo più di quello che facevano in classe. Quindi direi al momento che né l’anno si allungherà né altro. C’è una comunità educante che sta dando un bellissimo esempio al Paese. Ci sono realtà dove dobbiamo arrivare per questo abbiamo stanziato 85 milioni per arrivare agli ultimi” ha dichiarato nel corso di una intervista televisiva.  L’ottimismo della ministra nasce da quello che sta vedendo accadere in questi giorni di quarantena: “Se abbiamo docenti e studenti che stanno dando il meglio perche’ dovrei allungare l’anno? Sarebbe come dire: i questi giorni non avete fatto nulla. Devo fare si che chi sta dando tanto sia premiato”, ha spiegato la Azzolina.

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Un aspetto complesso da gestire  è quello degli esami di fine anno: “L’esame di stato è uno degli aspetti più delicati. Io sto prospettando al ministero dell’Istruzione diversi scenari in base a quando le scuole si riapriranno l’esame sarà serio ma terrà in considerazione il momento di emergenza che stiamo vivendo, nelle prossime settimane daremo informazioni. Sarà tarato sulla base degli apprendimenti che gli studenti avranno raggiunto” ha aggiunto la ministra Azzolina. Quel che pare certo è che sarà mantenuta una regolarità anche nei criteri di valutazione: “Abbiamo attivato un monitoraggio sulla didattica a distanza e i dati sono molto confortanti. Non darei per scontato che si perdano ore. Ho invitato gli  studenti a studiare e ad essere responsabili, seri e rigorosi. Non parlerei quindi del sei politico”. Al momento, come è immaginabile, è impossibile provare a pensare ad un ritorno alla normalità:  “Le scuole riapriranno quando avremo certezza che il quadro epidemiologico ci permetta di mandare i nostri ragazzi a scuola nella massima sicurezza” ha aggiunto Lucia Azzolina, che si è espressa anche sugli esami di maturità:  “Sto prospettando diversi scenari, l’esame sarà serio e sarà tarato sulla base degli apprendimenti raggiunti”.

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Ma allo stesso tempo c’è chi chiede regole straordinarie per
la maturità 2020: tra i tanti, gli alunni stessi. Tra le richieste, quella che la commissione sia tutta interna, l’abolizione della seconda prova scritta, la riduzione degli argomenti di studio all’orale ma anche l’abolizione totale dell’esame di maturità in questo certamente l’ansia dei maturandi cresce. “Anche perchè persistono problemi sulla didattica on line – spiega Giulia Biazzo leader dell’Unione degli studenti – è falso dire che le piattaforme digitali sono in grado di dare una risposta complessiva a tutte le ore di lezioni perse. E’ per ora l’unica soluzione possibile ma è impensabile dire che è la stessa cosa di andare a scuola. Lo pensa anche la ministra Azzolina anche se ci saremmo aspettati da lei qualche parola in più rispetto ai disagi che sta vivendo la scuola, c’è una condizione di frustrazione e di forte preoccupazione da parte dei ragazzi”.
Ma le associazioni studentesche chiedono con forza anche che si eviti lo slittamento dell’anno scolastico. Per quel che riguarda la seconda prova scritta della maturità, potrebbe essere sostituita da una tesina o elaborato su un argomento a scelta. Il colloquio orale dovrebbe partire proprio dalla discussione di questo elaborato.
Gli studenti chiedono anche che qualora un alunno non raggiunga
una valutazione di sei decimi o superiore in una o più
discipline, sia comunque ammesso all’esame di Stato in qualità
di candidato interno, con valutazione “sei” nelle discipline in
cui non ha raggiunto la sufficienza, che non si svolgano le
prove Invalsi e che l’alternanza scuola lavoro non sia requisito
d’accesso per l’esame di Stato.
C’è anche chi raccoglie firme sul tema: su change.org sono invece state lanciate due petizioni – una rivolta alla ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina, una al premier Conte – in cui si chiede di prendere provvedimenti subito per la maturità “in modo tale da darci un idea almeno qualche mese prima di quello che affronteremo. I promotori di una delle due iniziative chiedono una riduzione degli argomenti da trattare all’esame, la Commissione interna per l’orale e l’annullamento degli scritti, anche per evitare l’affollamento nelle aule. Nell’altra petizione viene chiesto invece addirittura di non fare proprio la maturità quest’anno. “La maturità non s’ha da fare – si legge – noi maturandi non siamo disposti a farci spremere ulteriormente, nel bel mezzo dell’estate a causa del rinvio dell’esame, oppure a modificare l’orario scolastico al rientro a scuola, aggiungendo il sabato pomeriggio o ancora a essere valutati esclusivamente sulla base di un esame orale che potrebbe essere compromesso dallo stress. E teniamo conto che molti di noi avranno anche una sfilza di test d’ingresso per le università rimandati a settembre”.

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