Coronavirus: in Cina solo casi sporadici, allarme Corea del Sud e Argentina

In Cina zero casi “domestici”, lo Huabei torna alla normalità, Continuano i contagio per importazione in Corea del Sud e crescono le infezioni in Argentina.

La Cina rimuove dopo due mesi le restrizioni all’Hubei, la provincia epicentro della pandemia del coronavirus, annunciando ancora una volta zero casi di infezione e sul fronte domestico. Secondo i dati della Commissione sanitaria nazionale (Nhc), nella giornata di ieri sono stati confermati altri 47 contagi importati, saliti a totali 474, in gran parte legati al rientro di cittadini cinesi. Tre dei quattro decessi sono avvenuti nell’Hubei e due nel capoluogo Wuhan, dove il blocco sarà rimosso l’8 aprile.

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La Corea del Sud ha registrato martedì 100 nuovi casi di Covid-19, in rialzo sui 76 di lunedì, per un totale di infezioni portatesi a quota 9.137. Secondo gli ultimi dati del Korea Centers for Disease Control and Prevention (Kcdc), tra i nuovi contagi 34 sono classificati come importati dell’estero, per un totale di 101. I morti sono aumentati di sei unità, e in totale sono 126. Ammontano invece a 223 le persone che hanno completamente recuperato e che sono state dimesse dagli ospedali, per complessive 3.730 unità.

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L’Argentina ha vissuto ieri una giornata molto difficile registrando  due nuovi morti e altri 86 contagiati, per un totale generale di sei vittime e 387 pazienti colpiti da Covid-19. E’ la prima volta nei 20 giorni in cui a Buenos Aires è scattata l’emergenza, rileva l’agenzia di stampa Telam, che le autorità sanitarie locali sono costrette ad annunciare due vittime in appena 24 ore. E questo sta facendo valutare al governo l’opportunità di estendere la quarantena, che in principio era stata fissate fino al 31 gennaio, almeno fino al 12 aprile. Ieri era una giornata speciale per il Paese. Gli argentini erano soliti scendere massicciamente in piazza, ma questa volta non hanno potuto farlo, per ricordare la data del 24 marzo 1976, quando il generale Jorge Rafael Videla prese il potere con un golpe che avviò una dittatura durata sette anni, e che causò, secondo le organizzazioni dei diritti umani, fino a 30.000 desaparecidos.

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