Woody Allen | le rivelazioni shock sul figlio Ronan nel suo libro

La nuova autobiografia di Woody Allen, A Proposito di Niente, è stata accompagnata da una gigantesca polemica che ne ha messo addirittura a rischio la pubblicazione in America. Il libro è oggi disponibile anche in Italia e contiene alcuni rivelazioni scioccanti del regista sulla sua turbolenta vita privata e (ovviamente) sulle accuse mosse contro di lui da Mia Farrow.

A Proposito di Niente è il titolo della nuova autobiografia di Woody Allen. Ma le pagine del libro edito in Italia da La Nave di Teseo contengono invece tutto ciò che il regista non ha detto in questi anni sulla sua famiglia e sulle accuse di Mia Farrow. L’attrice nel 1992 sostenne che il regista, allora suo compagno, avesse praticato un abuso sessuale sulla figlia adottiva di 7 anni,

La versione di Woody Allen

Una delle storie più scioccanti contenute nel libro di Woody Allen, ma in realtà una notizia che diversi conoscenti del regista raccontavano già da anni, ma che prima di adesso nessuno aveva mai osato scrivere, riguarda la misteriosa malattia che Ronan, il figlio di Allen che ultimamente è tornato ad attaccare il padre ritenendolo colpevole di aver abusato di sua sorella, avrebbe contratto da ragazzo. Stando alle parole di Allen, il vero motivo per cui il figlio stette un anno e mezzo in sedia a rotelle non dipende in nessun modo da strane patologie, ma da una deliberata scelta della madre. Desiderando per il figlio Ronan una brillante carriera politica, Mia Farrow, scrive Allen, avrebbe costretto il ragazzo a sottoporsi ad un dolorosissimo intervento attraverso il quale si allungano le ossa delle gambe. “Bisogna essere alti per fare carriera in politica”, era la motivazione della madre.

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La risposta alle accuse di stupro

Secondo Allen, la figlia adottiva Dylan, vittima del presunto abuso di cui parla la madre, “è cresciuta con la convinzione assurda di essere stata vittima di molestie. E lo stesso e successo a Satchel. Bambini di sette e cinque anni, facilmente suggestionabili e dipendenti unicamente da una madre manipolatrice”. “Non c’è mai stato nessun processo”, scrive Allen. “Non sono mai stato accusato di nulla perché, com’è stato chiaro agli inquirenti, non è mai successo nulla. Per finire, se sei innocente hai una prospettiva molto diversa rispetto a come vedresti le cose se fossi colpevole. Anziché temere le indagini, non vedi l’ora che vengano fatte, perché non hai niente da nascondere. Sei felicissimo di fare il test della macchina della verità anziché scansarlo”. Il regista chiude poi il capitolo con la sua sferzante ironia: “Non credendo in un aldilà, non vedo che cosa possa cambiare se verrò ricordato come un regista o come un pedofilo. Chiedo solo che le mie ceneri vengano sparse vicino a una farmacia”.

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I colleghi

“Ironia della sorte”, aggiunge con tristezza il regista, “tanti, nel mondo dello spettacolo, dicevano in privato, a me e ai miei amici, di essere allibiti per l’ingiusto e disgustoso trattamento che ricevevo dai media, e che erano dalla mia parte. Ma quando poi si chiedeva loro perché stessero zitti, ammettevano di temere ripercussioni sul lavoro. È lo stesso motivo per cui le donne per anni non hanno denunciato chi le molestava: la paura che le loro carriere venissero danneggiate”. Il regista, nel libro, ringrazia chi, invece, non ha avuto paura di difenderlo: tra loro Alec Baldwin, Javier Bardem, Scarlett Johansson, Diane Keaton, Ray Liotta, Catherine Deneuve, Charlotte Rampling, Jude Law, Isabelle Huppert, Pedro Almodóvar, Alan Alda.

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