Coronavirus e Fase 2: tutto ciò che c’è da sapere su mascherine, test e tamponi

Con l’avvio della Fase 2 parte la fase di convivenza con il coronavirus, e tra gli strumenti più importanti a cui dovremmo fare affidamento in questo lento ritorno alla normalità ricadono sia le mascherine che i test sul Covid-19.

fase 2 test coronavirus

Partita ufficialmente la Fase 2, il governo ha leggermente allentato quelle che sono le misure anti contagio coronavirus. Dal lockdown a una lenta riapertura, dunque, che però andrà costantemente monitorata e affrontata con le più importanti accortezze che ci hanno accompagnato sin qui: mascherine e distanziamento sociale.

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In paricolar modo, le mascherine sono lo strumento più importante che abbiamo per poterci difendere dalla pericolosità del Covid-19. Come spiegato non a caso da Maturo, medico responsabile del Pronto Soccorso dell’ospedale Cotugno di Napoli, “abbassare la guardia equivale ad abbassare la mascherina“. Tutti i cittadini, allora, sono invitati (e in alcune Regioni addirittura obbligati) all’uso di questi dispositivi di protezione individuale per tutte quelle attività che richiedono contatto sociale al di fuori della propria abitazione.

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E i prezzi, a questo punto dell’emergenza, si stanno finalmente placando. Secondo gli ultimi accordi siglati dal commissario per l’emergenza Domenico Arcuri, sia nei punti vendita della grande distribuzione, che nelle farmacie e parafarmacie, le mascherine chirurgiche potranno infatti essere acquistate a 0,50 centesimi l’una, al netto dell’Iva. L’azzeramento dell’imposta dovrebbe arrivare con il “decreto maggio”, forse firmato entro questa settimana. Anche se al momento, però, nelle grandi città rimane comunque difficile trovare tali dispositivi a un prezzo realmente calmierato.

Uscire senza mascherina, quali sono i rischi

Usare la mascherina è, dunque, prassi fondamentale tutte le volte che si deve uscire di casa. Fa parte di un gesto e di una misura necessaria alla corretta convivenza con il virus, tanto che dal 4 maggio è diventato obbligatorio l’uso della mascherina nei luoghi chiusi accessibili al pubblico (come mezzi di trasporto pubblico o esercizi commerciali) e in tutte le situazioni in cui “non sia possibile garantire continuativamente la distanza di sicurezza”.

Sebbene alcune Regioni stiano gestendo questo obbligo in maniera indipendente, nell’ultimo Dpcm non sono state in realtà previste sanzioni per chi non usa la mascherina. Tuttavia, ordinanze firmate in Toscana e in Campania fanno riferimento a sanzioni che partono da 400 fino anche a 3mila euro, sulla base dall’art.4 del decreto-legge 25 marzo 2020, n.19. Già a Pisa, poi, sono state effettuate multe a coloro che non indossavano la mascherina in luogo pubblico, mentre a Roma (proprio lo stesso 4 maggio) un autista di un bus di linea è stato sanzionato dalla polizia municipale.

Resta comunque valido, però, il rischio più grave che si possa correre nel non indossare la mascherina: quello di contrarre il Coivid-19, mettendo a repentaglio non solo la propria vita ma anche quella dei propri cari.

mascherine coronavirus

Tamponi e test: a chi rivolgersi e quanto costano

Se tuttavia, nonostante le misure di sicurezza applicate e i dispositivi di protezione indossati, si dovesse aver timore di aver contratto il virus (perché si è entrati in contatto con un positivo, o perché crediamo di averne i sintomi), uno strumento ora accessibile ai cittadini è il test per il Covid-19. Effettuando il test, infatti, sarà possibile scoprire con accuratezza se si è stati infettati o meno. Ma dove è possibile effettuare queste procedure? E soprattutto, quanto costano?

Per quanto riguarda i tamponi, non ci si potrà rivolgere a un qualsiasi laboratorio privato, ma bisognerà passare per le Asl e la sanità pubblica. Per il tampone, infatti, serve la prescrizione medica od ospedaliera. Se si pensa di avere dei sintomi riconducili al virus, dunque, bisognerà attendere che la struttura al quale siamo stati assegnati ci chiami per effettuare il test. Lo scorso 3 aprile, infatti, il ministero della Salute ha fissato i criteri di priorità per i tamponi, che verranno somministrati con priorità ai sintomatici, ai pazienti ospedalizzati con infezione acuta respiratoria grave, agli operatori sanitari esposti a maggior rischio, ai soggetti fragili a causa di patologie croniche o comunque gravi come il cancro e soggetti con infezione respiratoria ricoverati nelle Rsa.

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Per quanto riguarda il test sierologico, invece, la situazione è po’ diversa: questi, infatti, sono stati disposti dal governo per effettuare (a partire dal 4 maggio) un’indagine epidemiologica, con l’obiettivo di capire quanto si è diffuso il virus nel Paese. Le Regioni li stanno utilizzando per controllare il proprio personale più esposto (e quindi sanitari e forze dell’ordine), ma anche alcune imprese li stanno effettuando sui dipendenti in fase di rientro a lavoro. I cittadini, invece, potranno rivolgersi ai laboratori privati che li hanno a disposizione, anche se i tecnici del Comitato scientifico sottolineano come questi test non garantiscano la tanto chiacchierata “patente di immunità” al virus.

Il costo dei test sierologici, laddove sia consentiti effettuarli (come per esempio nel caso del Lazio), va dai 30 fino anche ai 120 euro, se il prelievo viene fatto a casa da un infermiere. Il risultato, comunque, dovrebbe arrivare dopo due giorni dal prelievo.

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