Giorgetti spiega perché secondo lui è necessario che Conte si faccia da parte per lasciare il posto a Draghi in un governo di unità nazionale. 
L’Italia si prepara ad affrontare una delle più importanti crisi economiche della storia, non solo del paese ma del mondo intero. La fine dell’emergenza sanitaria coinciderà con una nuova guerra da combattere, quella delle chiusure e della disoccupazione e, secondo Giorgetti (Lega), il governo non sarebbe pronto a tutto questo. «La bottiglia è nel mare», dice Giorgetti. Dentro c’è un messaggio di cui tutti conoscono il contenuto. E per quanto il mare della politica sia in tempesta, la bottiglia resta a galla in attesa che «le cose maturino», che la corrente la spinga fino a riva. Allora si capirà che «non ci sono alternative». Giorgetti ha già la soluzione: un governo di unità nazionale con Draghi premier. Il vicesegretario della Lega non è il solo a pensarlo, ma comprende che oggi i più importanti esponenti della maggioranza non possano condividere pubblicamente i loro pensieri, anche se questo è il momento di agire.
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Fonti autorevoli hanno detto che Draghi è stato contattato da rappresentanti di vari partiti. Tutti sanno che l’ex presidente della Bce non si farebbe trascinare nelle manovre politiche, e tutti si sono ripromessi di richiamarlo quando dal Palazzo arriverà una richiesta collettiva, unita alla garanzia che nessuna forza pretenderà di staccare dividendi a stretto giro. Ora c’è attesa per la risposta di Conte sul tema governo di unità nazionale.
