Coronavirus, il vaccino Oxford-Pomezia anche per bambini e anziani

È iniziata la fase di reclutamento di volontari per sperimentare il rimedio contro il Coronavirus. In ogni caso, il vaccino potrebbe non essere pronto entro un anno.

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Continua a fare passi importanti la ricerca di un vaccino per debellare il Coronavirus. In particolare, prende strada anche la pista che è partita dall’Italia, per l’esattezza da Pomezia, ed è attualmente al lavoro a Oxford. Proprio dalla nota università inglese arrivano notizie incoraggianti per quel che riguarda la “platea” che potrà usufruire di questo vaccino. I ricercatori inglesi, infatti, hanno avviato la fase di reclutamento di volontari per la fase successiva della sperimentazione sull’uomo del vaccino contro il Coronavirus. E tra i soggetti sui quali effettuare la sperimentazione sono compresi anche bambini e anziani.

L’istituto Jenner, uno dei distretti più importanti dell’università di Oxford, ricorda che finora sono state effettuate più di mille vaccinazioni. È in corso l’operazione di follow-up, con il numero di volontari coinvolti che salirà oltre le mila unità, tra adulti e bambini. La seconda fase della sperimentazione ha portato anche all’estensione della fascia d’età delle persone sulle quali avverrà la valutazione del vaccino contro il Coronavirus. Ci saranno i piccoli tra 5 e 12 anni; gli adulti tra 56 e 69 anni; gli anziani che avranno un’età superiore ai 70 anni.

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Test in corso a Oxford – meteoweek.com

Grazie a questa suddivisione in gruppi, i ricercatori di Oxford potranno valutare la risposta immunitaria al vaccino nelle persone di età diverse. In questo modo si potrà scoprire se ci sono variazioni nella reazione dei sistemi immunitari in base alla fascia di età alla quale si appartiene. Poi ci sarà la terza fase dello studio, che prevede la valutazione del funzionamento del vaccino contro il Coronavirus in un numero di persone non precisato, di età superiore a 18 anni. Dopo che verrà completata quest’ultima fase, si valuterà l’efficacia del vaccino per prevenire l’infezione e la malattia.

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Andrew Pollard, capo del gruppo che sta studiando il vaccino presso l’Università di Oxford, sostiene che “gli studi clinici stanno procedendo molto bene e ora stiamo iniziando gli approfondimenti per valutare in che modo il vaccino induce risposte immunitarie negli adulti più anziani e per verificare se può fornire protezione in una popolazione più ampia. Siamo molto grati per l’enorme supporto dei volontari della sperimentazione”. Tra l’altro è arrivata anche la conferma della partecipazione del nostro Paese ai test. E si parla già di date: il vaccino potrebbe arrivare entro la prossima primavera.

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