Donald Trump indagato: ha gonfiato il suo conto in banca

Il New York Times rende noto l’avvio delle indagini ai danni del presidente americano. Il capo di accusa nei confronti di Donald Trump è di frode bancaria, necessaria per ottenere prestiti più grandi.

donald trump

Ancora guai in vista per Donald Trump. Il presidente degli Stati Uniti sta vivendo, con ogni probabilità, il suo peggior momento sul piano della credibilità e dei consensi, da quando ha varcato la soglia della Casa Bianca. I problemi sono iniziati quando l’emergenza Coronavirus è diventata enorme nella nazione, con decine di migliaia di nuovi casi e centinaia di morti ogni giorno. A questo si aggiunga il caso relativo al razzismo, con l’omicidio di George Floyd e tutti i provvedimenti che Donald Trump ha preso. Per finire con i rapporti con la Corte Suprema, ormai ai minimi storici.

Ma nelle ultime ore potrebbe essere scoppiato un altro caso che vede come protagonista il presidente americano. Stando a quanto si legge stamani sul New York Times, infatti, Trump sarebbe finito nel registro degli indagati della procura di Manhattan. L’accusa nei suoi confronti sarebbe molto grave, in particolare di frode bancaria. Il ricco imprenditore, infatti, potrebbe aver gonfiato la sua ricchezza in maniera illegale e il valore delle sue proprietà. L’obiettivo di questo intervento, qualora venisse confermato dalle indagini, sarebbe legato a una richiesta di prestiti più ricchi.

Il procuratore di Manhattan Cyrus Vance Jr ha depositato una serie di nuovi atti che vedono come protagonista Donald Trump. In questi incartamenti si chiede al presidente degli Stati Uniti di consegnare le dichiarazioni dei redditi dal 2011 fino all’ultima. Oltre a quelle personali, vengono richieste a Trump le dichiarazioni della sua organizzazione. Secondo Vance, la base legale per la richiesta dei documenti avrebbe come base una serie di notizie di stampa indiscusse e indiscutibili. E a far accrescere il sospetto nei confronti del tycoon, ci sarebbe il fatto che quest’ultimo si è sempre rifiutato di mostrare le dichiarazioni.

Donald Trump – meteoweek.com

Inoltre, una testimonianza potrebbe far traballare ancora una volta Trump. È quella di Michael Cohen, ex avvocato nonchè tutto fare dell’inquilino della Casa Bianca che ha parlato in maniera chiara durante la sua deposizione. Dalle sue parole emerge il fatto che Donald Trump avrebbe gonfiato il suo patrimonio e il valore delle sue proprietà. L’intento, come detto, era quello di ottenere prestiti bancari e polizze assicurative più ricche rispetto a quelle che avrebbe potuto ottenere. L’indagine, stando a quanto si legge stamani sul New York Times, sarebbe stata ostacolata dallo stesso Trump per più di un anno.

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Questa inchiesta parte dai pagamenti effettuati dallo stesso Cohen per pagare il silenzio di due donne. Ma Trump sostiene che lui, in quanto presidente degli Stati Uniti in carica, dovrebbe essere immune dalle indagini statali. Quest’ultima, in particolare, secondo il capo di Stato, sarebbe “follemente esagerata e in malafede”. Una tesi rilanciata anche dal team di avvocati del presidente americano. Ma la Corte Suprema sembra pensarla in maniera diversa, tanto che è nota la decisione di congelare la consegna dei documenti fiscali di Trump, pur essendo tenuto a farlo.

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