Burioni: “Covid, scordiamoci immunità di gregge senza vaccino”

Il professore posta su Facebook un articolo di Medical Facts sul tema. Secondo Burioni, sono troppi gli italiani che non sono entrati in contatto con il virus. Per questo motivo, è impossibile ricorrere all’immunità di gregge.

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Roberto Burioni si dice fermamente contrario all’ipotesi che possa essere messa in atto l’immunità di gregge in Italia. Il professore ne ha parlato attraverso i due mezzi con cui ha cercato di far sentire la propria voce, durante l’emergenza Covid. Stiamo parlando del sito Medical Facts, da lui stesso redatto, e della sua pagina ufficiale su Facebook. Secondo Burioni, infatti, ci sono troppi aspetti che fanno capire che l’immunità di gregge in Italia non è possibile. Si è parlato ovviamente dell’attesa per l’arrivo nel nostro Paese del vaccino, ma c’è anche dell’altro.

Il professore ci ha tenuto a sottolineare che non ci sono i presupposti per ricorrere a questo genere di pratica. Anche perchè, come detto, l’assenza di un vaccino ancora per qualche settimana rende impossibile fare dei conteggi e delle valutazioni, che siano le più fedeli possibili. “I dati odierni derivati da uno studio sierologico di un campione della popolazione italiana confermano integralmente quanto già detto: l’immunità di gregge senza vaccino possiamo scordarcela”, ha scritto Burioni nel suo articolo su Medical Facts. Ma come detto, non è solo il vaccino a far frenare il professore.

Nel prosieguo del suo articolo, infatti, si legge che “uno studio recente apparso su Lancet indica che questa strada non è percorribile”. Stando a quanto scrive Burioni, “mentre in Italia le indagini sierologiche vanno a rilento, iniziano a essere pubblicati i dati riguardo alla sieroprevalenza (ovvero il numero di persone che hanno nel loro sangue gli anticorpi contro il coronavirus) in zone dove l’epidemia è stata particolarmente intensa”. Un conteggio che, come rivela Burioni anche sulla base dei dati venuti fuori in queste ultime ore, solo un milione e mezzo di italiani sarebbe venuto a contatto con il virus. Un numero troppo piccolo di persone.

Roberto Burioni – meteoweek.com

Tuttavia, al di là dei numeri che possono essere trovati anche in giro per il web (sempre attraverso fonti attendibili), Burioni si sofferma su altro. “La grandissima parte della popolazione (sopra l’80%) non è entrata in contatto con il virus – prosegue il professore – , anche nelle zone dove il virus ha avuto una intensa circolazione. Questo è accaduto anche nelle nazioni – come la Svezia – dove non c’è stato un lockdown particolarmente severo”. Uno studio che ha delle limitazioni, tutte rese note dallo stesso virologo nel prosieguo del suo articolo.

Gli studi in questione, infatti, “misurano gli anticorpi e ancora non sappiamo che relazione ci sia tra la presenza degli anticorpi e la protezione e neppure siamo certi che tutti gli individui infettati abbiano poi sviluppato la sieropositività, per cui questi dati hanno un’area di incertezza”. Ma tornando all’articolo di Lancet menzionato dallo stesso virologo, si legge che “considerando queste scoperte, qualunque proposta che speri di ottenere l’immunità di gregge attraverso l’infezione naturale non solo è inaccettabile dal punto di vista etico, ma pure destinata a non ottenere il risultato sperato. Con una gran parte della popolazione ancora suscettibile all’infezione, la circolazione del virus può ritornare velocemente a quella che caratterizzava l’inizio della pandemia se si abbandonano le misure di prevenzione”.

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Dunque Burioni torna a battere sullo stesso tasto tenuto in considerazione all’inizio del suo articolo. Ovvero che “come per tutte le altre infezioni, per l’immunità di gregge ci vuole il vaccino”. Nel frattempo, il virologo invita i suoi connazionale a continuare a vivere la propria vita, senza paura e senza panico ma con qualche precauzione in più. “Portare la mascherina nei luoghi affollati non è un sacrificio così drammatico – conclude Burioni – , e sono sicuro che il disagio è solo questione di abitudine”.

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